Le mie costanti incursioni nell’affascinante storia del Cilento e dei suoi figli, mi hanno permesso di conoscere don Barbato Iannuzzi, sacerdote di Valle dell’Angelo negli anni dell’era fascista. La singolare vicenda di quest’uomo profondamente colto che, Professore di teologia, avviato verso alti sicuri traguardi, rinunciò ad una brillante carriera pur di rimanere accanto alla sua gente ha destato il mio interesse. Un tale straordinario amore per il paese natio mi ha spinto a recarmi nei luoghi che lo videro operare, alla ricerca della viva testimonianza di quanti lo conobbero e poterono apprezzarne la generosità. Giunto a Valle dell’Angelo, ho scoperto che la piazza sulla quale sostavo era intitolata, appunto, al Canonico Iannuzzi. Recatomi al Municipio, ho appreso che tale iniziativa era stata decisa dall’attuale Amministrazione su proposta del Sindaco, il Dott. Salvatore Iannuzzi. Il 6 novembre dello scorso anno, infatti, nell’Aula Consiliare, alla presenza di personalità culturali, politiche e religiose, si svolgeva la commemorazione di don Barbato, al termine della quale veniva inaugurata la piazza a lui intitolata. Figlio di contadini, nacque l’8 febbraio 1874 e morì a Valle dell’Angelo il 12 agosto 1938. Pochi giorni prima della sua scomparsa, in occasione della festa di San Barbato, il 31 luglio, curava la rappresentazione dell’opera “La Virtù trionfante”, alla cui stesura, molti anni prima, egli aveva partecipato. Tra le testimonianze da me raccolte, una delle più toccanti è quella resa dalla Sig.ra Pasqualina Mastrandrea, che ha ricordato come il Canonico le procurasse, gratuitamente, i medicinali per il marito, gravemente malato, troppo costosi per le loro povere tasche. Il suo racconto prosegue rievocandone la non comune generosità nel donare alle famiglie indigenti sedie, letti, tutto l’indispensabile per una vita almeno decorosa. Il ritratto di don Barbato si completa attraverso le impressioni da me richiesta al Prof. Diomede Ivone, dell’Università di Salerno, all’Avv. Tino Iannuzzi ed al Sindaco, Dott. Salvatore Iannuzzi.
Prof. Ivone, Lei ha partecipato, in qualità di attento studioso della storia cilentana, al convegno, tenutosi nel 1999 a Valle dell’Angelo, sulla figura del Canonico Iannuzzi. Può raccontarci, brevemente, le impressioni che ne ha ricavato?
Fu un Sacerdote molto intraprendente, attivo, animato da un profondo fervore religioso. Si ritrovò a curare la Comunità nel drammatico periodo della Prima Guerra Mondiale; preziosissimo intermediario tra i Vallangiolesi al fronte e i loro familiari, ne curò in particolare la corrispondenza. Uomo di fiducia di più Vescovi, fu Sacerdote, in Napoli, della Chiesa di Sant’Anna a Palazzo, luogo di culto riservato alla nobiltà, e Rettore del Seminario di Vallo della Lucania. La sua felice vena letteraria si espresse anche nella composizione di un apprezzato Inno alla Madonna.
Avv. Iannuzzi, Lei è un fine conoscitore della realtà del Suo paese; cosa può dirci di don Barbato?
La sua opera si svolse in anni difficilissimi e tristissimi; seppe tradurre la propria formazione cristiana in un continuo impegno sociale, attento ai bisogni delle famiglie e capace di sollevare gli umili dai loro travagli.
Il suo insegnamento è quindi di forte attualità, in un’epoca come la nostra, in cui urge il recupero della “Spinta ideale?”.
Sì. Don Barbato si propone come indispensabile riferimento ed esempio, per la capacità di congiungere la fede cristiana con l’impegno civile. Furono queste sue qualità a vederlo protagonista nella nascita del Partito Popolare di don Sturzo.
Dott. Iannuzzi, perché la riscoperta di don Barbato?
Come cattolico impegnato da anni in attività di volontariato, ritengo giusto riproporre una figura da emulare, che racchiuda valori preziosi per le nuove generazioni, in un tempo che ha dimenticato i principi della solidarietà.
Le persone che lo hanno conosciuto chiedono che la sua opera venga ulteriormente valorizzata. Come intende muoversi, in tal senso, l’Amministrazione Comunale da Lei guidata?
Il nostro proposito è conservarne la memoria attraverso l’istituzione di un premio teatrale ispirato all’opera “La Virtù Trionfante”. Tale iniziativa porterebbe don Barbato tra i giovani e ne evidenzierebbe l’attività pedagogica, da lui svolta con cura specialmente in favore dei ragazzi poveri, ai quali era negato l’accesso ad una scuola elitaria. Sarebbe il giusto riconoscimento per colui che è stato definito il “don Milani della Valle del Calore”. Attualmente, sono alla studio altre iniziative utili a rendere viva la presenza di un uomo il cui insegnamento è, per tutti, fonte inesauribile di crescita morale e civile”. Il mio augurio è che ulteriori, approfondite riflessioni sulla vita esemplare del Canonico Iannuzzi, siano motivo di autentica maturazione cristiana, culturale e civile.