Il 24 maggio ricorre il centenario dell’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale . Ricordare tale disastroso evento , è un atto di giustizia e di amore verso coloro che caddero sui campi di battaglia ed un invito alla riflessione ed un monito a dire basta alla violenza e alle guerre. Il sacrificio di migliaia italiani , molti dei quali figli della terra Campania , che immolarono la loro giovane vita per la Patria, diventerebbe inutile se ignorato e dimenticato dalle future generazioni.
Fu una guerra per l’egemonia fra i popoli europei con due blocchi: L’Intesa guidata dall’Inghilterra che dominava sui mari e la Triplice Alleanza guidata dalla Germania, potenza più forte per terra. Con gli inglesi erano alleati la Francia e l’ Impero Russo. Con la Germania erano schierati l’Impero Austro-Ungarico e l’Italia.
La scintilla della prima guerra mondiale che infiammò l’Europa ,scoccò il 28 giugno 1914 a Sarajevo in Bosnia con l’attentato mortale all’Arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia ad opera del giovane serbo Gavrilo Princip, ma ebbe altre cause più remote , tra cui le rivalità imperialistiche che dilaniarono l’Europa da circa mezzo secolo. L’Austria – Ungheria, assorbita dal grave problema delle minoranze nazionali che minacciavano di provocare il crollo dell’Impero,approfittò dell’attentato per liquidare la Serbia. Il 28 luglio 1914 l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. In aiuto di quest’ultima intervenne la Russia.Il primo agosto la Germania dichiarò guerra alla Russia , il giorno 3 alla Francia ed il 4 le truppe tedesche violarono la neutralità del Belgio. Tale grave atto indusse l’Inghilterra ad intervenire nella guerra.
Con la guerra crollò la fiducia nel progresso universale e nella pace fra i popoli. I socialisti
persero la speranza di impedire lo scatenarsi degli egoismi nazionali e del conflitto mondiale, facendo appello all’unità proletaria.
Il 3 agosto 1914 l’Italia si distaccò dalla Triplice Alleanza, non essendo stata consultata da parte degli alleati dei loro piani bellici ed inoltre era contraria ad ogni aggressione. Proclamò la neutralità ed incominciò ad avvicinarsi all’Intesa . Durante la neutralità la Nazione fu turbata da gravi disordini e contrasti tra gruppi neutralisti e movimento interventisti .
Il 24 maggio 1915, l’Italia, sollecitata dal forti movimenti interventisti ed irredentisti e,soprattutto da promesse generose di concessioni territoriali, entrò in guerra contro L’Austria – Ungheria, schierandosi a fianco dell’ Inghilterra e Francia .Il 21 agosto dichiarò guerra all’Impero Ottomano e solo il 28 agosto 1916 dichiarò guerra alla Germania .
Nei primi due anni di guerra l’Esercito Italiano al Comando del Generale Luigi Cadorna , sul Carso , sul fiume Isonzo e nelle cime del trentino sostenne con grande valore aspri combattimenti contro un avversario più agguerrito ed organizzato, riuscendo a vincere alcune battaglie. Nella primavera del 1916 nel Trentino gli italiani opposero eroica resistenza alla spedizione punitiva dell’Austria ed Ungheria.
Il 6 aprile 1917, gli U.S.A., dopo vani tentativi di pace, dichiararono guerra alla Germania , ma una prima divisione americana sbarcò in Francia il 26 giugno, che contribuì fortemente alla vittoria dell’Intesa.
Mentre sull’Isonzo l’esercito Italiano resisteva energicamente agli attacchi nemici, nei giorni 24-27 ottobre 1917 ,la IV Armata austro tedesca effettuò azione di sfondamento costringendo gli italiani a ripiegare in disordine per attestarsi il 10 novembre sulla linea Grappa – Piave, dopo una prima sosta al Tagliamento. L’Italia subì gravi perdite di militari , di mezzi e di materiali . La prima conseguenza fu la sostituzione del generale Cadorna con il Generale Armando Diaz . La disfatta di Caporetto fu vissuta da più parti come qualcosa che era molto di più di una sconfitta militare. Ma Caporetto segnò anche l’inizio di un processo glorioso e di riscatto dell’onore d’Italia che consentì all’Esercito Italiano, dal novembre 1917 a novembre 1918, di entrare da vincitore a Vittorio Veneto, che fu l’epilogo di tante aspre battaglie, di dolori e sofferenze .
Dopo quattro anni e tre mesi di cruenti combattimenti la prima guerra mondiale ebbe termine lasciando sul campo circa dieci milioni di caduti,molti di questi morirono con l’uso di gas asfissiante .Ci furono circa un milione di vittime civili. Tale massacro non era servito a nulla .Nessuno ottenne ciò che voleva,neanche i vincitori . La guerra segnò il crollo di tante illusioni e diede inizio al tramonto di molte vecchie èlite europee convinte di essere portatrici di civiltà nel mondo . La vera protagonista della guerra fu la trincea quale fortificazione difensiva, costituita da un fossato scavato nel terreno e fra le rocce per mettere i soldati al riparo dal fuoco nemico.
Nei giorni 18 e 19 gennaio 1919 a Versailles ebbe luogo la storica conferenza della pace ,nel corso della quale furono concessi all’Italia l’Istria,Trento e Trieste. L’Italia con tale beneficio, costato 650.000 vittime e migliaia di mutilati, completò la sua unità , fece sventolare il tricolore sui confini che natura pose e realizzò il sogno e le speranze di tanti giovani eroi caduti nelle lotte risorgimentali.
Terminato il conflitto mondiale , con la triste esperienza delle tragiche conseguenze, si sperava una vera e duratura pace ed attiva collaborazione per costruire un mondo migliore. Ma non fu così perché nell’animo degli sconfitti covava odio , vendetta ed ambizione di riscatto e di rivincita. Infatti, dopo circa 11 anni di presunta pace, scoppiò la seconda guerra mondiale che fu più disastrosa della prima.
Memori di tali conflitti mondiali e di altri atti di violenza accaduti dopo , che hanno continuato ad insanguinare e flagellare il bel pianeta terra, sorge la necessità e l’impegno collettivo di difendere la pace, la libertà , la giustizia ed il rispetto dei diritti e dignità altrui, che sono grandi valori per una sana, civile ed umana convivenza e la speranza di migliore vita per le nuove generazioni.
Francesco D’Errico