Liguria
“Ricordare il passato per ricostruire il futuro”. Il progetto di rigenerazione del Borgo Castello, nel comune di Andora in provincia di Savona, mira al recupero strutturale e funzionale del patrimonio storico e rurale e del paesaggio naturale e agricolo storico per rispondere alla volontà di sperimentare una nuova visione di turismo culturale in ottica sostenibile e avvalendosi delle nuove tecnologie smart. Quattro gli interventi chiave: la riqualificazione del nucleo centrale del Castello con la creazione di un polo espositivo; la creazione di un giardino botanico con piante rare e di origine antica ed esotica; un percorso archeologico e storico, sia fisico che virtuale, attraverso gli spazi recuperati; la realizzazione di un parco agricolo esperienziale con il recupero di antiche attività della tradizione rurale e artigianale locale.
Storia
Secondo le fonti storiche il castrum Andoræ fu un antico possedimento d’epoca romana che, durante l’età dell’alto medioevo, trasferendosi dall’originaria ubicazione lungo la piana del torrente Merula si stanziò lungo l’altura del Castello. Il feudo dall’XI secolo fu in possesso dei monaci benedettini dell’abbazia di San Martino dell’isola Gallinara fino al XII secolo quando passò ai marchesi di Clavesana che fortificarono e ricostruirono innalzandovi il loro castello, circondato da un nucleo fortificato.
Nel 1252 il feudo di Andora venne venduto alla Repubblica di Genova che promosse il territorio a sede di podesteria, dipendente dal vicariato di Porto Maurizio, e dando vita ad un nuovo impulso economico e sociale per tutto il XIII e XIV secolo. Fu nel corso del Quattrocento che il territorio e il castello andorese patì devastazione e danneggiamenti per la discesa in Liguria delle truppe dei Visconti, al comando del capitano Niccolò Piccinino, negli anni della sedizione della repubblica genovese verso il Ducato di Milano.
Le distruzioni del borgo causarono un lento ma progressivo abbandono dello stesso in favore dei nascenti nuclei lungo la piana del Merula. Nei secoli successivi epidemie di malaria e di peste portò ad un lento fenomeno di spopolamento del territorio di Andora in favore del vicino centro costiero di Laigueglia. Nel 1723, la sede della podesteria fu trasferita nella città laiguegliese … Il podestà aveva l’obbligo di recarsi almeno tre volte al mese ad Andora per amministrarvi la giustizia.
Durante questo periodo si svilupparono le coltivazioni dell’ulivo – da cui si ricaverà poi l’olio – nonché la pesca, e nacquero i primi cantieri navali.
Caduta la Repubblica di Genova, la nuova municipalità di San Giovanni d’Andora rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all’interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 fece parte del II cantone, con capoluogo Laigueglia. Il territorio fu annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814, ed inserito nel Dipartimento di Montenotte, riottenne il nome di Andora.
Nel 1815 fu inglobato nella provincia di Albenga del Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel III mandamento omonimo del circondario di Albenga facente parte della provincia di Genova; nel 1927 passò sotto la neocostituita provincia di Savona
Il progetto
“Borgo Castello pronto a rinascere” spendendo bene i fondi sono destinati a mettere in atto azioni di rigenerazione urbana che punta sulla realtà aumentata.
Arroccato nel primo entroterra, è il più antico insediamento di Andora ed è caratterizzato da un complesso monumentale di pregio sovrastato dal Paraxo. È collegato al territorio da una rete di sentieri con vista sul mare ed è anche a pochi chilometri dal porto turistico e dalla costa.
Da decenni, però, quel che resta dell’antico abitato e del parco archeologico è sottratto alla vista dalla macchia mediterranea. Si tornerà dunque a vivere, a lavorare e fare cultura a Castello che avrà anche una nuova identità virtuale grazie alla realtà aumentata.
I fondi necessari faranno rinascere il nucleo più antico di Andora per farlo divenire un polo di attrattiva turistica e culturale unico in Liguria, anche grazie alle tecnologie della realtà aumentata. L’obiettivo finale dell’investimento è realizzare progetti che favoriscano il ripopolamento, il rilancio economico, che creino posti di lavoro nei settori turistici, agricoli e culturali.
Sono stati l’IRE, l’ANCI, la fondazione Cavallini Sgarbi, l’Università di Genova e le realtà economiche del territorio che hanno dato forza e creduto nell’idea progettuale di fondo. Poi sono stati i dirigenti, i funzionari e i tecnici comunali che mi hanno tradotto il tutto in un programma di interventi da completarsi entro 2026.
La fase di lavoro intensissimo che Andora ha davanti per rispettare il cronoprogramma vedrà coinvolti tutti con tutti gli Andoresi che, per primi, dovranno essere protagonisti nell’affrontare la sfida che messa in campo per la rinascita di un borgo a nuova vita: quella reale, storica e con un’offerta culturale di altissimo livello, un recupero agricolo secondo le tecniche più antiche e parallelamente una vita virtuale, didattica e ludica che, attraverso la realtà aumentata, offrirà esperienze uniche in Italia. Metteremo in connessione le persone, raccontando il passato, ricostruendolo in 3D”, ha aggiunto ancora.
Alla fine dell’intervento si potrà scegliere di visitare il Borgo contemporaneo oppure di viverlo come in una sorta di videogioco in cui anche i più giovani troveranno nuove modalità di relazione. Ci sarà la possibilità di entrare in una casa bottega e scoprire le tangibili produzioni di un artigiano, camminare fra le vigne e gli orti botanici recuperati. Contemporaneamente, si potrà, indossando un visore, di vivere gli stessi spazi facendo un salto indietro nel tempo. I turisti vivranno esperienze uniche.