Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum, e Gabriel Zuchtriegel direttore delle aree archeologiche di Paestum e Velia, possono dire di aver battuto un bel colpo all’inizio della stagione estiva più “fredda” di sempre.
L’estate fredda diventa calda a Paestum! A riscaldarla ci pensa il progetto «Le vie dell’amicizia», che dal 1997, partendo da Ravenna, visita i luoghi simbolo della storia antica e contemporanea, diretta da Riccardo Muti.
L’orchestra è la “Giovanile Luigi Cherubini” coni musicisti della Syrian Expat Philharmonic Orchestra, giunti nella Città dei Templi in una serata bellissima e una splendida luna a vegliare dall’alto.
Muti, nel suo breve intervento, ricorda Hevrin Khalaf, giovane donna curda uccisa in un agguato, dopo essere stata violentata e torturata, e l’archeologo Khaled Al-Asaad, custode del sito di Palmira, patrimonio siriano perduto nonché vittima dell’Isis nel 2015.
L’orchestra, esegue la Terza sinfonia in mi bemolle maggiore: l’Eroica di Beethoven, una partitura drammatica. A fare da controcanto è l’esibizione di due artiste curde, Aynur Doğan e Zehra Doğan che aprono la serata contrassegnata dalle difficoltà imposte dalle giuste norme di salvaguardia anti-contagio Covid 19, che non scoraggiamo gli 800 spettatori che sono riusciti a procurarsi il biglietto al costo di € 20,00. L’incasso è completamente devoluto in beneficenza. Mentre le spese sono state sostenute dalla regione Campania e gestito dalla Scabec. Il governatore Vincenzo De Luca è presente rigorosamente con mascherina sul volto e si dimostra rilassato mentre si intrattiene in foyer improvvisato a ridosso della palazzina di servizio situata all’interno dell’area archeologica.
L’immensa area occupata dalla platea e l’altrettanto impressionante palcoscenico, dilatato quasi per l’intera lunghezza del Tempio di Nettuno davanti al quale è collocato, si riempie di musica fino a farla lievitare nell’aria di una fresca serata di inizio luglio.
Muti traccia un breve ritratto di Hevrin Khalaf e Khaled Al-Asaad e, parfrasando il motto dei figli dei fiori, annuncia che i musicisti “metteranno i fiori nei loro strumenti”. Il maestro cita anche Giovanni Pascoli: “da atomo opaco del male” vogliamo essere “atomo brillante del bene”.
La causa della necessità di dare una patria al popolo curdo che da secoli è succube di ogni ingiustizia e atrocità che vanno sempre condannate.
La serata musicale è aperta con la chiamata in scena proprio dai due musiciste turche, Aynur Doğan e Zehra Doğan, che intonano un sostenuto, lungo e toccante “pianto” di sdegno.
Poi arriva il turno dell’orchestra “Giovanile Luigi Cherubini”. Muti sale con passo deciso i gradini che lo portano sulla spianata del palco. si gusta l’applauso del pubblico confuso tra la prima linea dell’orchestra schierata con gli strumenti imbracciati in piedi al suo fianco. Poi sale sul podio per dare inizio al concerto della drammatica partitura della Terza sinfonia in MI bemolle maggiore: l’Eroica di Beethoven.
Il maestro accarezza con lo sguardo l’intera orchestra e poi anche la “luna” fa posto alla musica …
Le 14 colonne del lato lungo del tempio sono lì a dimostrare che ciò che resta nel tempo sono le grandi opere siano esse architettoniche, siano gesti decisivi per l’umanità.
L’area sacra, luogo del silenzio nelle notti d’estate, non si sentono profanate dalla Terza di Beethoven che vi si è distesa con disinvoltura sotto il “gesticolare” di Muti che dirige con atteggiamento sicuro e senza sbavature l’organico imponente dell’orchessa.
La musica pare si libra nell’aria, sovrasta la platea, si infila tra le “navate” del tempio le oltrepassa fino a giungere, al di là del Nettuno, la Basilica che immobile si intravede tra i vuoti delle colonne. Un po’ più a Nord il tempo di Cerere sta ancora a guardare quando, dopo lo l’applauso finale, pubblico e protagonisti sciamano ordinatamente l’area pedonale da dove molti spettatori, sprovvisti di biglietto, hanno goduto almeno dell’ascolto …
Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum, e Gabriel Zuchtriegel direttore delle aree archeologiche di Paestum e Velia, possono dire di aver battuto un bel colpo all’inizio della stagione estiva più “fredda” di sempre sotto l’aspetto turistico a causa delle conseguenze della pandemia dovuta al Covid 19.
Bartolo Scandizzo