Sono molte le problematicità legate alla riapertura del settore turistico balneare. Riuscire a far convivere i regolamenti e le ordinanze vigenti che disciplinano la balneazione con quelle che sono le restrizioni per il coronavirus, che anche nella fase 2 dovremo comunque rispettare, sarà molto difficile. Secondo le ultime indiscrezioni si sta pensando di impedire l’ingresso alle spiagge libere dando ai concessionari l’esclusiva della discesa. Oltre alla palese discriminazione sociale ed economica per chi non può permettersi i prezzi del privato, la gestione dei controlli impegnerebbe la maggior parte delle forze dell’ordine a controllare chilometri e chilometri di litorale e, molto probabilmente, un numero altissimo di utenti “fuori legge”. Sarà complicato gestire anche gli stessi utenti dentro gli stabilimenti, a cui viene imposto di non valicare il limite della concessione (sia sulla spiaggia che dentro l’acqua). Tutto questo intaserà i centralini delle caserme che nel frattempo dovranno anche svolgere l’ordinaria amministrazione in un periodo storicamente non semplice per le forze dell’ordine.
Anche le ordinanze che disciplinano il servizio di salvataggio dovranno aderire alle restrizioni imposte dal governo per mettere in condizione il bagnino e i bagnanti di agire in sicurezza. Un salvataggio classico nella fase 2 sarebbe illegale, tranne se questo venisse effettuato con pattino e ciambella. Ed anche in quel caso possono esserci molte complicazioni. La legge vigente impone al bagnino l’intervento in acqua (altrimenti rischierebbe l’incriminazione per omissione di soccorso o, nel caso peggiore, omicidio colposo) e questo complicherà non poco l’esercizio della sicurezza balneare. Per non parlare del primo soccorso.
Gli stabilimenti, inoltre, dovranno garantire sia al personale e sia agli utenti una condizione di sicurezza, con mascherine, guanti e disinfettanti in ogni angolo dell’esercizio. Pulizie profonde soprattutto dei bagni e delle attrezzature da spiaggia. Oltre a questo, dovranno cercare di disciplinare i clienti a non creare assembramenti o altre situazioni che violino le limitazioni del governo.
Insomma per riaprire e andare al mare per fare il bagno servirebbe un nuovo ordinamento specifico che consenta al settore balneare di lavorare senza paradossi giuridici che potrebbero dare il colpo di grazia al settore del turismo.