Il lavoro dona libertà e dignità all’uomo, si è iniziato con un piccolo passo ma tanto c’è ancora da fare e quello appena fatto dal governo è solo un esile gesto che serve a dare appunto dignità ai lavoratori e alle lavoratrici invisibili del settore agricolo.
Questo è un tema che ci riguarda molto da vicino visto che la piana del Sele e la Valle del Calore,che rappresentano un’eccellenza a livello europeo e per la quarta gamma e per alcuni prodotti di prima qualità, vede impegnate tantissime aziende dove lavorano più di 15 mila braccianti e oltre il 40 % sono lavoratori stranieri di varie nazionalità: marocchina, rumena, indiana e ucraina. A questi numeri dobbiamo però aggiungere oltre il 60 per cento di lavoro nero, a cui è sottoposta la stragrande maggioranza dei lavoratori.
Questo provvedimento rappresenta appunto un’opportunità di crescita e di valorizzazione per questi lavoratori ma anche per tutte quelle aziende che vorranno intraprendere un percorso di qualità e di legalità del lavoro agricolo e dei prodotti che da esso derivano.
Inoltre è un duro colpo al caporalato, a chi pratica l’illegalità,ragion per cui dobbiamo stare attenti a separare sempre le vittime dai carnefici, chi è costretto al lavoro privo di tutela non può essere messo alla pari di chi li sfrutta. Il decreto apre nuove prospettive di uscita dai soprusi dai ricatti e dallo sfruttamento a tanti uomini e donne che hanno conosciuto il nostro paese in queste circostanze, di sfruttamento appunto, ma sarà di aiuto anche a tanti connazionali che non potranno cosi essere più ricattati dalle aziende che sfruttano i braccianti con la minaccia di trovare manodopera a costi più bassi.
Carmine Nuvoli