Tutti con Vincenzo De Luca che è candidato, senza se e senza ma per la riconferma a presidente della regione Campania per le prossime elezioni. Il consiglio regionale ha indicato la data del 6 settembre 2020 in base alla legge costituzionale che attribuisce ad ogni singola regione la decisione sulla data. De Luca, per la verità, avrebbe voluto andare alle urne a luglio, ma il Governo nazionale si è frapposto a questa per ragioni sanitarie indicando il 20 settembre, una settimana dopo la riapertura delle scuole!
“Un ministro che propone l’apertura dell’anno scolastico il 14 settembre, per chiudere poi 3 giorni, poi riaprirle e richiuderle ancora, in qualunque paese civile sarebbe invitato a dare le dimissioni.”
Intanto, il governatore è già nella fase di raccolta delle candidature per riempire le innumerevoli liste che lo accompagneranno nella sfida elettorale.
Fra queste, insieme a quella del PD, ci sarà quella di Italia Viva e diverse altre ispirate direttamente dal sindaco di Salerno, che incassa anche l’appoggio di tre pezzi da novanta come Ciriaco De Mita, Paolo Cirino Pomicino e Clemente Mastella: tutti insieme nella maxi coalizione del centrosinistra alle prossime regionali.
Caduta l’ipotesi di accordo tra i 5 stelle e Luigi De Magistris che con un “atto d’amore” verso la città ha rinunciato alla candidatura per restare l’ultimo anno a guidare il comune di Napoli.
A contrapporsi a De Luca, per i 5 stelle ci sarà Valeria Ciarambino, già sfidante di De Luca nel 2015, che parteciperà alla selezione del candidato presidente insieme ad altri 13 potenziali candidati del movimento.
Per il Centro Destra rimane in campo l’ipotesi di Stefano Caldoro, ex presidente già sconfitto da De Luca nella passata tornata elettorale, ma l’assedio della Lega di Salvini per farlo recedere è troppo stringente per immaginare che possa spuntarla. Si fanno i nomi di Cosimo Sibilia, Antonio Martusciello e Paolo Russo.
Ovviamente ci saranno altri candidati alla presidenza che vorranno ritagliarsi uno spazio di celebrità con poche speranze di arrivare al traguardo minimo sperato di un posto in consiglio.
Ma di candidati a partecipare alla roulette elettorale che andranno a gonfiare le innumerevoli liste dai nomi altisonanti che racchiudono in sé un’idea di regione a la carte ce ne saranno molti.
Alcuni saranno quelli della porta accanto: sia quella di casa o d’ufficio; genitori di compagni di classe dei propri figli o consiglieri comunali con i loro pacchetti di voti familiari; vecchi arnesi della politica che hanno attraversato tutte le fasi “repubblicane” dell’Italia o giovani figli di personaggi che non hanno più il fisico per affrontare gli estenuanti porta a porta per ricordare agli altri che esistono ancora …
Ognuno che si mette in lista ha la piena consapevolezze delle sue possibilità di farcela ma sa anche bene che quel trampolino gli consentirà di staccare il biglietto per entrare nel “circo” dove si può fare sempre festa sia che ci siede al tavolo principale sia che si è costretti a gironzolare intorno al buffet per qualche strapuntino. Una cosa è certa: dal giorno dopo in cui saranno resi ufficiali i numeri delle preferenze si capirà se l’aspirante “politico” ha raggiunto il minimo sindacale per potersi proporre a futura memoria.
Biesse