Si è tenuta il 28 giugno 2023, alla presenza per raccogliere le proposte in merito al Dimensionamento della rete scolastica per gli anni 2024/2027. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze dell’attuale Governo, ha emanato un Decreto avente ad oggetto: “la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi per il triennio 2024-2025, 2025-2026, 2026-2027”.
La Regione Campania contesta questa previsione di riduzione ed intende ribadire in tutte le sedi consentite il dato di fatto attuale pari ad 865 sedi scolastiche normo dimensionate.
Per cui, Regione Campania, Provincia di Salerno, i Comuni e le Istituzioni Scolastiche saranno compatti nel difendere l’attuale piano di dimensionamento scolastico portando avanti azioni congiunte e, allo stesso tempo, individuare quei possibili cambiamenti nel piano in grado di attenuare le conseguenze del Decreto Interministeriale, nel caso diventi legge. L’Amministrazione Provinciale augura a tutti un buon lavoro nella consapevolezza che gli operatori culturali svolgono un ruolo fondamentale per la formazione dei giovani in accordo con le specifiche vocazioni territoriali con il conseguente sviluppo sociale ed economico della nostra Provincia.
Numeri, solo numeri … posti, solo posti … rivendicazioni, solo rivendicazioni! La scuola, del merito o del demerito, alle nostre latitudini, sa parlare solo una lingua! Quella dei numeri … Sia che essi siano riferiti agli alunni (in diminuzione), sia che siano riferiti ai docenti (sempre gli stessi), sia che siano riferiti alle strutture (sempre più vuote, sia pur ristrutturate).
Il numero degli studenti che frequentano le scuole di ogni ordine e grado è in netto calo anche nella regione Campania che pure, in termini di natalità, è ai primi posti in Italia. Buona parte degli alunni che con la loro presenza trai i banchi consentono di tenere aperte le scuole dei piccoli borghi, ma per lo stato sono degli alieni caduti dai barconi, salvati dal mare, accolti tra i banchi e ricacciati nel limbo del mondo dei diritti imbalsamati.
Il numero dei docenti che portano a casa lo stipendio è sostanzialmente lo stesso dell’ultimo decennio, ma a fronte dell’abbassamento del rapporto di alunni pro capite, la desertificazione culturale è sotto gli occhi di tutti.
Il numero degli edifici ristrutturati e consegnati all’oblio perché già svuotati di voci e canti cresce con l’aumentare delle risorse destinate all’edilizia scolastica disseminata in ogni comune e nelle contrade satelliti.
Secondo il Ministro dell’Istruzione e del Merito, in base a questi parametri, tra un anno le sedi scolastiche della Campania scenderebbero a 832 ma, con l’applicazione della nuova norma aumenterebbero di altre 7 sedi, raggiungendo quindi il numero di 839. Per cui, il grido di “dolore” che traspare dal comunicato stampa riportato sopra, riguarda una sola azione, “il ridimensionamento”; cioè, l’accorpamento di alcuni istituti e l’apertura di nuove autonomie che andrebbero a razionalizzare il rapporto tra numeri di alunni e istituzioni scolastiche dotate di dirigente e struttura amministrativa.
Il decreto del governo prevederà un numero di 961 alunni quale condizione per ogni Istituto scolastico di mantenere l’autonomia e scongiurare tagli. Ad oggi, la norma di riferimento è l’art. 19 comma 5 del D.L. 98 del 2011, fissa 600 alunni per grandi centri e 400 per quelli piccoli, in base al quale la Campania ha 865 sedi scolastiche normo dimensionate.
I numeri, però, sono impietosi … essi ci restituiscono un quadro che, sia pur avendo la stessa “cornice” normativa, rappresenta le differenze profonde che rendono vani tutti gli interventi tesi a migliorare il rapporto “qualità – prezzo”:
A fronte di una media nazionale pari al 60,9% di diplomati, le regioni più lontane sono Puglia (49,3%), Sicilia (49,9%), Sardegna (50,5%), Campania (52,8%) e Calabria (54,4%). Inoltre, oltre a questo il rapporto rende evidente la relazione tra i risultati e il tempo di permanenza a scuola degli studenti di ogni ordine e grado: più aumenta il tempo scuola e più soddisfacenti sono le occasioni di conoscenza e sviluppo delle capacità intellettive degli studenti.
Il tempo scuola della primaria può essere di 24, 27, e fino a 30 ore, nei limiti delle risorse dell’organico assegnato; è previsto altresì il modello delle 40 ore, corrispondente al tempo pieno come dispone il Dpr 89/2009, art. 4.
Nell’area Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni sono 14, su 82, i comuni dove si può realisticamente scegliere tra tempo normale e tempo pieno; negli altri campeggia il numero zero. In questi “altri” è la famiglia che deve supplire ai bisogni educativi delle nuove generazioni e a garantire assistenza alle giovani coppie che lavorano e non sanno dove e a chi lasciare i figli quando escono da scuola.
Quando dell’Assessore Regionale all’Istruzione, il Presidente della Provincia, il Consigliere Provinciale delegato alla scuola e il Dirigente Scolastico provinciale, i Sindaci dei comuni e i dirigenti degli Istituti scolastici della provincia si incontreranno per discutere, affrontare con gradualità, pazienza e determinazione questi aspetti essenziali che, al di là di quante presidenze saranno confermate, lasciano poco scampo alla deriva sociale della nostra realtà?