Ci sono tematiche che, a livello locale, di tanto in tanto riaffiorano e tornano attuali, accompagnate da un carico di diffidenza, congetture e polemiche. Come la ferrovia Sicignano degli Alburni-Lagonegro, chiusa al traffico da oltre 30 anni. La dismissione della tratta ferrata che attraversava, in particolare, il Vallo di Diano, rappresenta uno dei fatti più “fragorosi” legati alla perdita di servizi che nel tempo ha interessato il comprensorio, privando i residenti della possibilità di spostarsi velocemente e comodamente. È bastata, qualche giorno fa, un’uscita del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca per riaccendere il dibattito sulla questione e per aprire, per i più ottimisti, uno spiraglio. “Si procederà al ripristino della Sicignano-Lagonegro“. Queste le perentorie dichiarazioni di De Luca nel corso della conferenza stampa tenutasi nella stazione di Salerno per presentare l’offerta di Trenitalia “Frecciarossa per il Cilento“. Parole che sono seguite a quelle di Corrado Matera, assessore regionale allo Sviluppo e Promozione del Turismo che, qualche giorno prima, aveva evidenziato come si stesse lavorando per il ripristino della tratta, per dare la giusta dignità ad “un territorio che dal punto di vista turistico negli anni passati ha contato pochissimo ma che sta diventando un’importante meta turistica”.
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Le osservazioni giunte da Palazzo Santa Lucia hanno fatto registrare la tempestiva reazione del Comitato Riattivazione Ferrovia Sicignano-Lagonegro. Che, nell’esprimere compiacimento per quanto ascoltato, si è detto intenzionato a monitorare attentamente la situazione. I membri dello stesso hanno, inoltre, colto l’occasione per chiedere al sindaco di Polla Rocco Giuliano la rimozione dell’asfalto posto 10 anni fa dall’amministrazione comunale. Asfalto che ricopre il binario del passaggio a livello sulla SR 426, nei pressi della stazione. Per quanto riguarda, invece, i cittadini del Vallo, sono tanti coloro che, chi per semplice curiosità, chi per reale interesse, seguono gli sviluppi di una vicenda che, nel tempo ha prodotto quasi esclusivamente buone intenzioni, studi di fattibilità e utopie. Negl’anni, infatti, si è assistito principalmente ad un accavallarsi di responsabilità. Così come sono risultati numerosi i tentativi (o almeno presunti tali) di riapertura della tratta ferroviaria. Tutti rimasti su carta o finiti in un binario morto.