di Oreste Mottola
Esiti del Referendum con il Cilento uguale al resto del Meridione e uniformato ai flussi elettorali nazionali. Chi ha pensato di “forzare” gli elettori con blandizie varie ora si ritrova scornato e depresso. Sconfitto anche il tentativo di rinchiuderci in macchiette degne dei tempi di Lauro e Gava. Il sì vince in alcuni piccoli comuni, così a Salvatore e Tino Iannuzzi come a Simone Antonio Valiante e a pochi altri è stato possibile salvare almeno l’onore della firma. Nei medi e grandi comuni il no spopola come nel resto d’Italia nonostante che il sindaco voglia una cosa o che si sia opposto con veemenza. Da Agropoli a Capaccio, come da Altavilla a Albanella, la marcia trionfale dei difensori della Costituzione, cosi come è, tal quale, non sembra conoscere ostacoli. “Pagliacciate fatte da coloro che sono venuti a buttare i pesci a mare non hanno fatto bene. È stata mortificata una comunità”. Franco Alfieri ci prova a stigmatizzare ciò che è avvenuto, ma il colpo, come si dice in questi casi, è in corpo.
AGROPOLI, GLI OPPOSITORI DI FRANCO ALFIERI.
Perfino la sua opposizione consiliare, quella tramortita da risultati che sfioravano il 90% che manco in Bulgaria quando questa era davvero bulgara, all’annuncio dei risultati del referendum brinda e sghignazza in direzione del municipio – fortino dell’uomo forte di Vincenzo De Luca. Il «no» sovrasta nettamente il «sì». «Niente fritture di pesce» ironizzano facendo riferimento alla frase che De Luca ha detto ai sindaci del comprensorio per «accaparrarsi» i consensi elettorali. Il «no» vince quasi in tutti i Comuni del Cilento e del Vallo di Diano. Ad Agropoli il riscatto è stato netto, oltre il 67% ha detto no a Renzi, a De Luca, ad Alfieri. Sì, sulla scheda il nome di quest’ultimo non c’era.
DISASTRO GENERALE PER VINCENZO DE LUCA
Il “disastro” è generale. Investe la città di Salerno come il casertano. A Battipaglia si sono schierati con il no quasi il 68% dei votanti. Stesso discorso per Eboli, dove il sindaco Cariello – come qualche opinion leader una volta nella sinistra dura e pura – ha appoggiato apertamente la campagna per il sì ma gli ebolitani hanno risposto con il 68% dei no. Capaccio ha raggiunto un clamoroso 70% mentre Pontecagnano si è assestato quasi al 65%. Un momento importante di riflessione politica anche nella Piana del Sele che si prepara ad affrontare le campagne elettorali per le comunali in alcune delle città più importanti.
ROCCADASPIDE, IL NO SFIORA IL 64%
A Roccadaspide, altra situazione dove all’amministrazione locale era stato richiesto un “contributo” il NO ha raggiunto il 63,8%, mentre il SI si è fermato al 36,2%. Ad Altavilla Silentina il NO ha raggiunto il 68,4% dei voti, mentre il SI si è fermato al 31,5%. A Castel San Lorenzo – nonostante la mobilitazione della famiglia Mucciolo – il 51,8% dei votanti ha scelto il NO, mentre il 48,2% ha votato SI.
IL RECORD DI VALLE DELL’ANGELO .
In controtendenza con i risultati nazionali, della regione Campania e della provincia salernitana a Valle dell’Angelo in occasione del referendum costituzionale il SI trionfa con il 77,5%. “Il nostro comune – spiega il sindaco Salvatore Iannuzzi – è quello con la più alta percentuale di SÌ in tutta la regione Campania. De Luca e Renzi hanno stravinto, grazie anche al lavoro certosino che abbiamo fatto con i nostri concittadini per favorire il cambiamento. Questo risultato – conclude Iannuzzi – con una percentuale tanto elevata, premia il nostro lavoro in ambito regionale”. Più o meno la stessa situazione a Cuccaro Vetere, feudo dei Valiante (70,53%). Elettori pigri, invece, a Rofrano (50,22%) e Montano Antilia (50,69%) che vanno ad occupare le ultime posizioni in base alla classifica delle affluenze nel Cilento, Diano e Alburni.
Così è andata nel 2016 con la parte sud della provincia di Salerno sempre più oggettivamente omologata ai flussi culturali e politici nazionali e che rifiuta invece la gabbia del folclore delle “fritture” e dei boss che regolano le vite di noi tutti. Se permettete, di un bel po’ di libertà ne godiamo anche noi!
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