Non sempre curarsi fa bene, e non si parla soltanto di terapie farmacologiche assunte a sproposito perché residue di vecchie prescrizioni, oppure interrotte o modificate in maniera arbitraria e inappropriata, ma anche dei farmaci di automedicazione o del fai-da-te. La medicina moderna non di rado è eccessiva e, sempre più spesso, porta all’assunzione di farmaci anche senza chiare indicazioni prescrittive.
I problemi legati all’assunzione dei farmaci rappresentano un’importante causa di morbilità e mortalità. Un recente studio ha fornito dati sul tasso di reazioni avverse direttamente correlate all’automedicazione.
Lo studio prospettico, della durata di otto settimane, condotto nelle Unità operative di Pronto soccorso di undici ospedali universitari francesi, ha coinvolto tutti i pazienti adulti che avevano fatto un uso arbitrario di farmaci, prescritti o meno.
È confortante il risultato dello studio secondo cui il tasso di reazioni avverse legate all’automedicazione è relativamente basso; tuttavia, i dati emersi da questa ricerca mostrano che il rischio di reazioni avverse, talvolta anche gravi, dovrebbe essere ben pesato rispetto ai benefici che si potrebbero trarre dall’automedicazione. Un uso incontrollato di queste categorie di farmaci, unitamente a una terapia a base di farmaci con obbligo di prescrizione medica ma inappropriata o non aderente perché decisa in modo arbitrario proprio dal singolo cittadino, aumenta il rischio di reazioni avverse.
I cittadini molto spesso sono ignari delle conseguenze derivanti dall’automedicazione, anche in termini di costi sanitari. Occorre incrementare la consapevolezza che non sempre curarsi con il fai-da-te fa bene, che l’assunzione di SOP e OTC non è immune da rischi e che una terapia farmacologica appropriata è fondamentale alla cura stessa.