Siamo alla vigilia di Natale e in questa domenica, quarta di Avvento, tutto è orientato alla nascita di Gesù.
La liturgia ci fa fare un salto indietro di 9 mesi raccontandoci l’Annunciazione. Siamo proiettati a Nazaret nella casa di una giovane vergine, promessa sposa a Giuseppe. Il passo del Vangelo, molto noto, ci invita a guardare Maria che, piena di stupore, ascolta le parole dell’Angelo. Non si spaventa, ma pone domande che nascono non dal dubbio ma dal desiderio di capire la volontà di Dio per seguirla. Pronuncia poi il suo “Sì”, il suo “Eccomi” che è inizio di un tempo nuovo sulla terra e che apre, con l’Incarnazione, la via al Signore per venire tra noi.
E’ l’inizio di tutta la storia della salvezza. Maria si fida di Colui che l’ha chiamata ad essere la Madre di Gesù e Madre di tutti noi e, per tutta la sua vita, segnata da molteplici prove, in silenzio, rinnoverà la sua fiducia. E’ modello perciò di ascolto, di testimonianza, di coraggio per tutti noi.
Nel passo risuona il saluto dell’Angelo a Maria, “Rallegrati, piena di grazia”. Queste parole iniziali che precedono l’annuncio stesso le ritroviamo anche nella prima parte della preghiera che a tutti viene insegnata sin da piccoli. la più semplice da ricordare e con cui recitiamo lode alla Mamma di Gesù.
Sono parole che si tramandano nel tempo, a volte ripetute purtroppo senza prestare attenzione al vero significato, ma pronunciate nei momenti difficili cercando conforto o volendo esprimere la propria fede, il modo giusto per fermarci un attimo in raccoglimento silenzioso con noi stessi. Il saluto iniziale dell’Angelo è un invito per tutti noi alla gioia nell’aspettare la venuta del Signore, un invito a riconoscere la grandezza di Dio che si abbassa sui piccoli, sugli umili. Maria è infatti soprattutto umile. E’ stata chiamata ad assumere un compito grande che ha accettato proprio con umiltà. Il suo” Sì” la rende perciò speciale e benedetta fra le donne come la riconoscerà Elisabetta sentendo sussultare di gioia il figlio che portava nel suo grembo.
Confrontiamo il nostro modo di agire con quello di Maria! Quanta presunzione possiamo riscontrare in noi troppo spesso! Quanto protagonismo! E quando poi ci è chiesto di collaborare per qualcosa che non conosciamo bene difficilmente accettiamo o non diamo la nostra disponibilità. Come cristiani dovremmo essere pronti sempre a collaborare con il Signore, a non aver paura, ad aprire il nostro cuore, a seguirne la parola, consapevoli di farlo per la nostra gioia e, soprattutto, per la gioia altrui.
Con l’occhio puntato alla festa di domani, sotto gli scintillanti alberi di Natale, davanti alla capanna nei presepi delle nostre case, dove l’umiltà è regalità e l’umanità tutta si sente unita, interroghiamoci e cerchiamo di dare una risposta alle tante domande che arrivano alla nostra mente e ci procurano tanto dolore. Perché le guerre? Perché la violenza? Perché la povertà e le richieste di aiuto non ascoltate? Proviamo a rispondere facendo parlare il nostro cuore.
Riflettiamo poi sul passo odierno del Vangelo di Luca. Molti artisti hanno raffigurato nel corso dei secoli la scena dell’Annunciazione nelle loro tele riuscendo a trasmettere agli occhi degli osservatori lo stupore, il turbamento, ma soprattutto la piena fiducia di Maria davanti al grande mistero del disegno divino.
Anche noi allora cogliamo l’incanto di quel momento, cerchiamo di sentire riecheggiare il saluto dell’Angelo, meditiamo sull’esperienza di fede di Maria e, colmi di gioia e di speranza, sapendo che il Signore è con noi, pronunciamo anche noi il nostro sì nel cammino della nostra vita. Non possiamo trovare strada migliore di quella che ci indica la nostra Madre Celeste.
Santa domenica in famiglia. Auguri di un Santo Natale a tutti.