16 marzo 2025 – II Domenica di Quaresima
Raggiungere la cima di una montagna genera un’esplosione di emozioni in ognuno di noi.
Lo spettacolo della natura che ancora si preserva incontaminata; l’aria pura, fresca e leggera che riempie i polmoni dopo la fatica della salita; il silenzio che ci fa sentire lontani dal caotico mondo in cui viviamo; attimi intensi ed unici. Proviamo nei nostri cuori una gioia profonda e vorremmo che il tempo si fermasse.

“E’ bello essere qui”, rimanere in un luogo sicuro, lontani da pericoli e incertezze, lasciarci alle spalle le tristezze della vita, trovarci a due palmi dal cielo, guardare intorno dove tutto assume un’altra dimensione e ci fa penetrare nella profondità del cosmo, ci rende consapevoli di essere parte del Creato. Quanta pace e nuovo vigore al nostro animo, e, nel trovare il vero senso della nostra esistenza, avvicinarci al Signore convinti di essere amati da Lui. Dopo qualche scatto fotografico volgendoci indietro bisogna però tornare giù a valle……
Il passo del Vangelo di Luca in questa seconda domenica di Quaresima ci porta sul monte Tabor, collina della Galilea di circa 600 metri, ed è il racconto della Trasfigurazione di Gesù, racconto che troviamo anche nel Vangelo di Marco e di Matteo.
La Trasfigurazione di Gesù viene celebrata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa il 6 Agosto.
Rivediamo, ascoltando il passo, la scena grandiosa, inesprimibile a parole, che si presentò agli occhi di Pietro, Giacomo e Giovanni e riviviamo il loro stupore nel vedere il volto del loro Maestro, in preghiera, d’improvviso avvolto di una luce speciale. Il volto umano di Gesù è trasfigurato. Accanto a Lui appaiono Mosè ed Elia, simboli rispettivamente della legge e dei profeti. Nello splendore della scena una voce che scende dal cielo, la voce di Dio, proclama come al battesimo nel Giordano: ”Questo è il Figlio mio, l’Eletto, ascoltateLo”.
E’ un’esperienza fondamentale per i tre discepoli e la Luce della Trasfigurazione, anticipo della Risurrezione, si riflette anche su di noi.
Una Luce che sola può illuminare il nostro cammino, che tiene, chi La segue, al sicuro dalle tenebre, dall’errore, che ci precede anche quando non La vediamo, quando immersi nel buio non riusciamo ad uscire dalle ambiguità della vita quotidiana, quando non siamo nella gioia e ignoriamo il Vangelo che dovremmo vivere come veri cristiani. Quella Luce che può cambiare la nostra vita.
In questo tempo di Quaresima che ha bisogno di tanta luce, tanta luce come quella del Tabor, non perdiamo di vista il volto luminoso di Dio. Facciamoci illuminare dalla Sua Parola che ci permette di riconoscerLo e sentirLo vicino, individuare la Sua voce, in mezzo a tante altre voci e suoni.
Non abbiamo bisogno per questo di salire sul monte. Non abbiamo bisogno di andare in disparte per individuare i segni della Sua presenza. Con la preghiera possiamo rimanere in contatto con Lui, percepire la Sua voce. L’incontro con Dio nella preghiera ci spinge infatti a rimanere in basso, a incontrare i nostri fratelli, a condividere con loro la grazia ricevuta sul monte, testimoniando che Dio non ci abbandona mai nelle tenebre.
Seguiamo Gesù, percorriamo con entusiasmo il nostro cammino, e scendendo dal monte facciamoci accompagnare dall’eco dell’ultima parola pronunciata dal Padre: “Ascoltatelo”. E il nostro volto, illuminato dalla gioia, sarà destinatario di buona notizia per gli altri. Santa domenica in famiglia.