Mercoledì 14 febbraio si è tenuta la penultima udienza del processo Ferrentino più 37, chiamato in gergo, processo “Chernobyl”. Le accuse: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti ambientali inerenti il traffico illecito di rifiuti speciali, il danneggiamento aggravato, la gestione illecita di rifiuti inquinanti dispersi nell’ambiente, disastro ambientale, falsi e truffa aggravata ai danni di enti pubblici. Raggiunto l’avvocato Antonello Rivellese che difende il comune di Sala Consilina, che si è costituito parte civile, ci ha riferito questo.
“Era l’udienza delle conclusioni. Il Pubblico Ministero della Procura di Salerno ha per noi stranamente richiesto non l’estinzione del reato per prescrizione, come pensavamo, ma addirittura l’assoluzione nel merito ritenendo che il fatto non sussistesse. Il motivo è che dalle indagini che sono durate ben quattordici anni, provenienti dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua a Vetere, non è emersa alcuna prova dell’inquinamento dello sversamento di rifiuti nocivi perché non ci sarebbe stata fatta alcuna perizia sui terreni che sono ancora sotto sequestro. Si tratta dei terreni a Montecorvino Rovella, a Pontecagnano e nel Vallo di Diano. E per questo motivo, ho fatto una richiesta specifica al tribunale di procedere a una perizia di ufficio, ex 507 c.p.p., con un carotaggio dei terreni per verificare se ci sono stati danni alla salute pubblica. Il processo è all’epilogo. In sostanza, nella udienza del 14 febbraio, ci sono state le conclusioni e c’è stato un rinvio al 7 marzo data nella quale il tribunale dovrà emettere una sentenza. Probabilmente potrà accogliere questa mia richiesta che ho fatto solo io, in qualità di avvocato di Sala Consilina, per approfondire la situazione perchè rimane un punto interrogativo. Anche perché la Procura di Salerno, nel corso della discussione, ha preannunciato a tutti i comuni interessati l’invio della lista di tutti i terreni con le particelle catastali perché i comuni provvedessero a un controllo. E questa è stata una cosa che davvero non ho compreso perché in 14 anni ritengo che c’erano gli strumenti, tramite i preposti pubblici come Arpac e Noe, di non fare un sopralluogo superficiale ma fare un carotaggio dei terreni per verificare se ci sono o meno questi inquinamenti. Non sappiamo se ci siano ma se ci fossero, il processo, non ha chiarito questo aspetto”.