di L. R.
Una sintesi degli articoli nello scorso numero di Unico fa ritenere che in queste settimane e, probabilmente, ancor di più nelle prossime sarà dedicata particolare attenzione alle amministrazioni locali. Interviste di candidati a Capaccio, i movimenti per le liste ad Agropoli, la delusione per l’incolore composizione del consiglio provinciale, i soliti problemi legati al finanziamento delle opere pubbliche, i danni determinati dal ghiaccio con tubi scoppiati, servizi idrici in ginocchio, scuole inagibili, strade chiuse sono gli argomenti riportati nelle prime tre pagine del numero 1 del 2017!
A parte il calvario della superstrada, inaugurata e dopo alcuni giorni già oggetto di ulteriori preoccupazioni per la necessità di manutenzione e di altre verifiche strutturali, per qualche giorno l’attenzione è stata rivolta alla polemica tra una giornalista, che rifletteva sul tumore come causa di morte ad Acciaroli – paese decantato per i suoi record: centenari, dieta mediterranea e bandiere blu – ed il sindaco, che ha ritenuto suo dovere difendere il buon nome del paese ricorrendo ad atteggiamenti non proprio democratici, ospitali e condivisibili. Tutto ciò avviene nel Cilento presentato come l’unica area nel Mediterraneo ad essere contemporaneamente riserva della biosfera, Mab-Unesco e Patrimonio dell’Umanità per il suo paesaggio culturale di rilevanza mondiale. Dovrebbe perciò essere la patria del benessere e del ben-vivere, segnalatasi perché gli abitanti hanno saputo realizzare un rapporto armonico con l’ambiente, anche se in termini di capitale sociale e di reddito pro capite i benefici rimangono ancora al palo.
E’ tutto vero? Se sì, allora come si conciliano i primi risultati forniti dall’osservatorio per malattie neoplastiche che, senza allarmismi ingiustificati, invita ad aprire gli occhi perché dati ancora in progress indicherebbero situazioni problematiche. L’indagine distrettuale per i comune da Eboli a Sapri ha fornito una percentuale d’incidenza inferiore a quella nazionale (4,9%), ma a colpire l’attenzione dei medici è la zona più periferica, quella di Vallo e di Sapri, dove i valori sono risultati superiori a quelli delle aree più urbanizzate ed industrializzate di Battipaglia. Inoltre, al loro interno presentano significative differenze fra comuni e ciò andrebbe attentamente analizzato.
In un convegno tenuto a Vallo il 17 dicembre i relatori hanno sollecitato gli amministratori ad essere meno distratti e porre attenzione al lavoro della Cooperativa Parmenide, che nel 2014 ha dato inizio ad uno studio sulle diverse tipologie tumorali. Si tratta di dati reali ed attendibili, non proiezioni o elaborazioni matematiche, tratti consultando 168 archivi in 70 Comuni da Battipaglia a Sapri, campione significativo perché aggregato per distretto sanitario.
In termini socio-sanitari gli amministratori locali dovrebbero focalizzare i risvolti critici. Si tratta, è vero, di considerazioni ancora preliminari aggiornate ad ottobre del 2016; da esse emerge però che, rispetto alla media distrettuale, è stata registrata una diffusione maggiore di malattie, dato sorprendente ed anomalo se si considera che molti di questi paesi sono ubicati all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Perché ci si ammala e si muore di tumore più nei distretti di Vallo e di Sapri che di Battipaglia e di Eboli? Nella patria della dieta mediterranea e delle bandiere blu alcune comunità sono più a rischio rispetto ad aree industriali e metropolitane. Durante il convegno Giulio Tarro ha invitato ad approfondire l’argomento perché le cause dei tumori possono essere diverse: metalli pesanti, sostanze cancerogene, infiltrazioni nelle falde acquifere, onde elettromagnetiche, una situazione complessa e tutta da studiare.
Il referendum appena conclusosi ha riconfermato la fiducia degli italiani nella Costituzione così come è uscita dalla penna degli estensori. Perciò non solo è ancora in vigore, ma deve essere rispettato con crescente attenzione il numero 32 del testo, nel quale si garantisce il diritto alla salute, da tutelare perché fondamentale.
Sorge spontanea la domanda: che fanno le amministrazioni locali? Come conciliare il paradosso tra esaltanti prospettive propagandando la dieta mediterranea, della quale il Cilento sarebbe la patria, e la diffusione di malattie neoplastiche che, a detta di alcuni medici, in alta percentuale potrebbero avere cause alimentari? Come le matrioske, è un paradosso che ne cela un altro. Tutto ciò avviene nel Parco. L’ente, che ha per finalità la tutela dell’ambiente, dovrebbe porsi immediatamente il problema per rendere efficace la sua funzione e corretta la realizzazione dei programmi. Infatti, queste statistiche sono la preoccupante spia di un disagio ambientale al quale occorre rispondere con urgenza per non trasformare in incubo la pace apparentemente bucolica dell’area. Va valutato il concorso di cause e non tollerare situazioni come la presenza di un ripetitore al centro dell’abitato di un grosso comune, acque dei ruscelli che sembrano inquinate, il terreno non sempre vergine per aver patito, si dice, la discarica di minerali pesanti.
Un’altra contraddizione sembra di cogliere per il fatto che gli amministratori sono medici in numero statisticamente significativo. In termini di circolarità di elite il dato dimostra che la condizione socio-politica è ancora quella degli anni Sessanta se ad orientare l’opinione pubblica in termini di consensi elettorali è la spesa pubblica legata alla sanità e, di conseguenza, l’emergente valenza del medico in piccole comunità sempre più povere di un dinamico ceto dirigente.
Il lavoro della cooperativa intitolata al nostro grande filosofo Parmenide dovrebbe indurre tanti amministratori medici non solo a sacrificare ad Esculapio, ma mettere in pratica quanto è stato loro richiesto proprio dal giuramento d’Ippocrate e procedere con determinato e determinante impegno a bonificare il territorio se tra le concause di questa recrudescenza almeno statistica della malattia dovesse risultare pericolosamente inquinato.
Certamente non vorremmo che la terra della dieta per centenari, del paesaggio incantato tra mare azzurro e colline rallegrate da ulivi ondeggianti diventi per incuria di tanti, interesse di pochi e disgrazia della popolazione una copia della famigerata terra dei fuochi.