Di Chiara Sabia Albanella, sabato 25 febbraio presso il Palazzo Spinelli il Collettivo GRANMA ha organizzato la presentazione, moderata dal “compagno” Rocco Agostino, del libro “Camorra Nostra – Nascita di una S.p.A. del crimine” edito da Sperling & Kupfer, del matinellese Giorgio Mottola, promessa del giornalismo d’inchiesta nazionale. Preziosi e illuminanti gli interventi di Antonio Manzo “penna d’oro” del Mattino e Rosaria Capacchione giornalista e Senatrice della Repubblica Italiana, il suo lavoro di cronista e attivista contro la Camorra le hanno valso numerosi riconoscimenti ma anche diverse minacce che la costringono a vivere sotto scorta. Entrambi puntualizzano che il testo non si configura come trattato di camorrologia ma suggerisce nuove immagini e nuovi orizzonti parlando, con cifre alla mano, di globalizzazione del crimine. Il libro si pregia di ricondurre all’unitarietà del fenomeno mafioso bypassando la consueta pratica di geolocalizzazione dei gruppi criminali. Lo scritto è esso stesso una chiave di lettura moderna, con le rivelazioni dell’ex boss dei Corleonesi, il pentito Franco Di Carlo, reso solido da una consistente bibliografia, da una ricerca e un approfondimento che vuole tendere sempre più al presente. A dispetto di tutte le scritture cinematografiche, le mafie non hanno nulla di “folkloristico o grottesco”, sono un sistema economico in crescita e sempre più irrintracciabile nel groviglio dei flussi mondiali. Presenti molte persone, soprattutto di Albanella, assenti le rappresentanze dell’amministrazione. Sorride Mottola e non si sente meravigliato, ringrazia i presenti con tenera commozione e dopo gli opportuni convenevoli spiega perché Albanella, suo luogo di nascita, è fortemente presente nel suo lavoro. Com’è noto proprio ad Albanella il 15 maggio 1979, in un casolare viene catturato Raffaele Cutolo da tutti conosciuto come ingegner Califano, sotto i baffi e il parrucchino conduceva impunito vita di paese, frequentando i bar e giocando a carte. Dall’arresto del “ professore della Vesuviana” non se ne farà più parola per molti anni, ma ad Albanella i contatti che aveva raccolto Cutolo continuano ad esistere e a fare il bello e il cattivo tempo in tutta la Piana del Sele. Batte i pugni sul tavolo mentre esprime la volontà di riscattare il suo paese, è anche per questo che ha deciso di pubblicare Camorra Nostra, amore e odio lo legano alle bellezze e alle omertà di Albanella. Batte i pugni sul tavolo e sembra voler guardare ogni presente negli occhi «Voi siete migliori di chi ci governa» dice. Conclude con uno slancio positivo, perché le mafie sono un prodotto umano e come tale hanno la possibilità di estinguersi, di fronte al crimine e ai politici e agli imprenditori che ne sostengono l’attività, c’è il popolo che conosce l’onestà.
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