di Valentina Del Pizzo Il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC) dell’Università degli Studi di Salerno, lo scorso 18 ottobre 2016, presso l’Ateneo di Fisciano, ha presentato la proposta progettuale di un “Ecomuseo del paesaggio agrario della Piana del Sele”, sviluppato dagli studenti iscritti al Corso di Cittadinanza “La Piana del Sele e le sue potenzialità turistiche”, tenuto da esperti di Legambiente e del DISPAC, con il sostegno del CSV Sodalis Salerno, per progettare insieme una valorizzazione del comparto costiero afferente ai Comuni di Pontecagnano Faiano, Battipaglia, Eboli e Capaccio Paestum. A curare la presentazione della proposta progettuale per il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno il direttore, prof.ssa Mariagiovanna Riitano, e il prof. Fausto Longo, nonché la coordinatrice del progetto, dott.ssa Valentina Del Pizzo, insieme al prof. Amedeo Rossi e al prof. Vincenzo Amato, e per Legambiente, il presidente regionale, Michele Buonomo, e il presidente nazionale Scuola e formazione, Vanessa Pallucchi. Infine gli studenti, i futuri archeologici e operatori dei beni culturali, che hanno studiato le dinamiche geomorfologiche della Piana del Sele e raccolto dati relativi alla situazione corrente (erosione, utilizzo del suolo, carico antropico, capacità ricettiva, afflusso turistico, qualità delle acque di balneazione, mobilità, etc.), così da poter individuare il potenziale culturale del comparto: un patrimonio storico ‘diffuso’, all’interno di un paesaggio interessato da produzioni di qualità, sia agricole che zootecniche, con una buona capacità di attrazione turistica, legata alla risorsa mare e alla presenza di importanti Musei Archeologici Nazionali, Pontecagnano, Eboli e Paestum. Come mettere in rete questi elementi di bellezza? Partendo dalla rete dei beni di interesse geologico: questa la traccia individuata per offrire al turista la possibilità di esplorare il paesaggio e con esso di interpretarne le dinamiche insediative, che oggi si materializzano attraverso siti archeologici, masserie fortificate, torri costiere e/o tabacchifici. Alcuni di questi, inoltre, come la Paleofalesia di Porta Marina a Paestum, le sorgenti di Capodifiume a Capaccio e di Settebocche a Faiano saranno candidati presso l’ISPRA per il riconoscimento ufficiale a geositi e l’inserimento nell’Inventario Nazionale dedicato. Un Ecomuseo, pertanto, il modello di riferimento, che a queste latitudini trova la propria materializzazione in tutti quegli elementi di eccellenza che consentirebbero al paesaggio di raccontarsi storicamente fino ad oggi, individuando come interlocutore preferenziale le aziende agricole e zootecniche disseminate tra Pontecagnano e Capaccio Paestum. La rete individuata per gestire la realizzazione di questa idea progettuale prevede il DISPAC, la Soprintendenza Paesaggio Archeologia e Belle Arti di Sa e Av, le direzioni dei tre Musei Nazionali di Pontecagnano, Eboli, Paestum, e quindi del Parco Archeologico di Paestum, i quattro comuni interessati e Legambiente, insieme all’APS Aut Aut. Prossimo appuntamento presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano “Gli Etruschi di frontiera”, dal momento che la direttrice, dott.ssa Luigina Tomay, ha dato la propria disponibilità a ospitare una presentazione dell’Ecomuseo per avviare ufficialmente i lavori con la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra le parti. Pensato in risposta al Grande Progetto “Interventi di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno” (Regione Campania POR FESR 2007-2013, beneficiaria la provincia di Salerno), il progetto “Ecomuseo del paesaggio agrario della Piana del Sele” punta a dimostrare come non si possa disgiungere la valorizzazione dallo studio scientifico dei contesti in cui si intende calare un intervento migliorativo, pena il rischio di sortire l’effetto opposto a quello desiderato.
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