Nel passo odierno del Vangelo di Matteo ci colpisce ancora una volta lo sguardo tenero di Gesù verso le folle oppresse non solo per la fatica, per la stanchezza, per le privazioni ma soprattutto per l’assenza di qualcuno che si prenda cura di loro. Non hanno un pastore che le guidi.
La tenera compassione che Gesù prova nel suo cuore traspare, intensa e accorata, dalla richiesta che rivolge ai discepoli di pregare perché il Padre mandi operai nella sua messe e proprio dallo sguardo di Gesù viene generato l’invio dei 12 in missione, una missione che ha inizio con la preghiera e dove non contano tattiche e strategie per ottenere il profitto.
Il lavoro grande. I discepoli devono predicare, guarire, risuscitare, sanare, liberare e donare. Sono proprio questi i sei verbi che usa Gesù. L’immagine della messe, con cui Gesù apre il suo discorso nel passo riportato da Matteo, è immensa e abbondante e contrasta perciò con il piccolo gruppo di operai chiamati a lavorare in questo campo ma proprio in questo contrasto sta la forza della missione.
Gesù ha fiducia nei discepoli. Vede il mondo carico di bene, pieno di amore seminato da Dio. Ma questo seminato ha bisogno di persone che non lo facciano perdere, di persone che si impegnino per farlo fruttare.
La sproporzione tra il numero degli operai e la vastità della messe è quindi una realtà vera fin dall’inizio della missione voluta da Gesù.
Il Vangelo si preoccupa di ricordarci che il lavoro è tanto, tante sono le persone a cui deve arrivare l’annuncio, mentre gli operai non sono mai sufficienti. Gli operai siamo noi cristiani.
Dio ha bisogno di tutti noi, di qualsiasi estrazione, lavoro e capacità. Se allora vogliamo essere veri discepoli dobbiamo lavorare donando agli altri ciò che anche noi abbiamo ricevuto, gratuitamente e senza cercare successi o ricompense. Dobbiamo annunciare, aiutare, caricare di speranza il nostro prossimo.
Con fede preghiamo perché Dio, a ciascuno di noi, doni la forza per questo lavoro e perché possiamo vivere questo compito confidando non in noi stessi ma in Dio.
Non è facile! Ma se ci fidiamo di Gesù, se cominciamo a lavorare seriamente invece di stare a guardare, otterremo buoni risultati.
Preghiamo, poi, anche per coloro che stanno a guardare perché si decidano a collaborare per il gregge del Signore.
Una buona meditazione in famiglia!