Venerdì 7 luglio 2017 ci sarà l’inaugurazione del PAC Porto d’Arte Contemporanea – Edizione 2017.
Venerdì 7 luglio 2017 ci sarà una doppia inaugurazione.
Alle ore 18.00 presso il porto di Acciaroli, nel comune di Pollica (SA), gli Artisti Bianco-Valente presenteranno una installazione, una scritta a neon posizionata sulla facciata della torre, “La frase “Summer is almost gone” è un inno alla vita, un invito a godersi ogni momento della propria esistenza, una sorta di “carpe diem“, cogliere e saper apprezzare il bello che la vita ci offre, evitando di prestare il fianco alle preoccupazioni legate al futuro.
Quest’opera assume un forte valore simbolico se si pensa che verrà esposta ad Acciaroli, un luogo con una grande vocazione turistica che si anima in maniera eccezionale nel periodo estivo.
Mentre sempre venerdì 7 luglio 2017 alle ore 20.00 a Pollica presso il Castello dei Principi Capano, ci sarà una mostra del Maestro Eugenio Giliberti.
L’intervento consisterà nell’esposizione di tre tele di identiche dimensioni (cm 132 x 184).
Parte del lavoro pluriennale denominato “data base”, rappresentano il meleto della masseria in cui è situato lo studio del Maestro Giliberti.
Le prime due opere ne rappresentano l’assonometria, disegnata a matita (“data base 2015/a”) e dipinta ad olio (“data base 2015/b”).
Rappresentati e disposti come in reale, i meli sono numerati; l’esecuzione è diligente, quasi impersonale, a voler ricordare le illustrazioni di un “atlante” enciclopedico o le antiche mappe catastali che indulgevano nella descrizione naturalistica trascurando spesso la precisione topografica.
Dinnanzi alla terza opera “data base 2016” ci troviamo apparentemente al cospetto di un’altra replica. Differenze, impercettibili al primo sguardo, registrano il passare del tempo e le tracce delle attività colturali di cui il meleto è oggetto.
“Data base” da 4 anni accompagna il progetto di “riattivazione di un piccolo sistema rurale” che il maestro conduce da quando, nel 2006, ha deciso di installare il suo studio nella masseria Varco, nel comune di Rotondi (AV).
Saranno presenti oltre agli artisti, curatori, intellettuali, galleristi e critici d’arte da tutta Italia.
Le installazioni e la mostra possono essere visitabili tutti i giorni fino a sabato 14 ottobre 2017.
Il 14 ottobre 2017 sarà presentato a Pollica il catalogo.
Il Porto d’Arte Contemporanea è il primo di questo genere in Europa è un progetto innovativo che nasce da un’idea di Valerio Falcone che si basa sul rapporto fra l’identità storica del luogo, Acciaroli – Pollica, ma, più in generale, l’area del Mediterraneo e la sua relazione che essa ha con le altre culture, e le filosofie artistiche contemporanee riscoprendo la centralità della nostra cultura rispetto all’intero mondo occidentale. Questa forma abbastanza anomala di museo di Arte Contemporanea deve assolvere a compiti diversi tesi a promuovere le forze creative dell’area campana e mediterranea in generale. Proprio per la particolarità di questo progetto, infatti, il PAC si troverebbe ad essere l’elemento centrale proprio della rete del Mediterraneo diventando così il punto di riferimento artistico culturale dell’intera area.
Intorno al PAC ruoteranno molti dei più grandi artisti, critici, galleristi ed intellettuali di fama mondiale. Conferendo, così, a questo progetto uno status ed una dimensione di elevato spessore internazionale.
L’iniziativa ha ricevuto il matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee / MUSEO MADRE.
Inoltre è Patrocinato dalla Fondazione PLART, AMACI, Regione Campania, Provincia di Salerno e Comune di Pollica.
Biografia Bianco-Valente.
Bianco-Valente (Giovanna Bianco e Pino Valente) iniziano il loro progetto artistico nel 1994 indagando dal punto di vista scientifico e filosofico la dualità corpo-mente, l’evoluzione dei modelli di interazione tra le forme di vita, la percezione, la trasmissione delle esperienze mediante il racconto e la scrittura.
A questi studi è seguita un’evoluzione progettuale che mira a rendere visibili i nessi interpersonali. Esempi sono le installazioni che hanno interessato vari edifici storici, a cui hanno fatto seguito molti altri lavori incentrati sulla relazione fra persone, eventi e luoghi.
Sin dai loro esordi Bianco-Valente hanno partecipato a numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero, ed eseguito interventi installativi per importanti istituzioni museali e spazi pubblici, come Museo MAXXI (Roma), MACBA (Barcellona), Museo Madre (Napoli), Fabbrica 798 (Pechino), Palazzo Strozzi (Firenze), Triennale di Milano, Urban Planning Exhibition Center (Shanghai), Museo Reina Sofia (Madrid), Palazzo delle Esposizioni (Roma), Museo Pecci (Prato), Kunsthaus di Amburgo, NCCA – National Centre for Contemporary Arts (Mosca). Hanno realizzato progetti site specific anche in Libano (Becharre), in Marocco (Marrakech), New York (ISP 2014 Whitney Museum a The Kitchen), Rio de Janeiro (Casa Italia – Rio 2016).
Biografia Eugenio Giliberti.
Eugenio Giliberti (Napoli 1954) esordisce negli anni ’80 animando un gruppo di giovani artisti napoletani (evacuare Napoli) che partecipa al fenomeno, allora prevalente, della riscoperta e del ritorno alla pittura.
Nell’aderire a quel clima tuttavia, rifiuta la via neo-figurativa, scegliendo una posizione minoritaria.
La sua ricerca prende una direzione decisamente personale a partire dal 1987, quando, con le prime superfici monocrome mette a punto i fondamenti di un edificio poetico autonomo dall’environment più prossimo. Culmine di questo segmento della sua ricerca (1996) l’opera denominata “seicentottantamilaquattrocento quadratini colorati” (galleria ThE, Napoli- 1996 ; Galleria Occurrence, Montréal – 1998; Kunstverein di Ludwigsburg – 2001; galleria Milano, Milano – 2006, Castello di Genazzano, 2013), opera “combinatoria” in cui, su carta quadrettata, sviluppa tutte le combinazioni possibili di 10 colori in tre trittici. Seguono: gli “oggetti platonici” (in “la scultura italiana del XXI secolo”, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, 2010); LP- lavoro politico (in “Castelli in aria”, Museo di Castel Sant’Elmo, Napoli – 2000; “futurama”, Museo Pecci – 2000, “curriculum vitae”, Museo di Castel Sant’Elmo, Napoli – 2003)
Dal 2006, trasferitosi in campagna, fonda “Selve del Balzo”, una piccola comunità produttiva che lavora il legname prodotto dai boschi del circondario e all’occorrenza lo coadiuva nella produzione delle sue opere. La sua ricerca qui trova un particolare impulso dall’osservazione della realtà culturale e ambientale del piccolo mondo che lo circonda. Ne scaturisce una nuova serie di lavori, presentati nelle mostre personali a lui dedicate dalla Galleria Giacomo Guidi di Roma (2008 -Working Class; 2010 – Il senso di Walden).
Costante nella sua attività espositiva è l’attenzione al luogo ospitante. Da alcuni anni, infatti, in ogni nuova situazione espositiva, Giliberti compie una sorta di omaggio al luogo, raccogliendo su di esso notizie e testimonianze e realizzandone piccole riproduzioni in cera o plastilina da esporre, insieme alle altre opere, proprio nel luogo riprodotto: contenitori / contenuto, gesti di “buona educazione” che costituiscono un ulteriore ciclo di lavoro, autonomo ma perfettamente integrato nel discorso complessivo dell’opera e alla cui raccolta è stata dedicata un’intera mostra nel 2008. (in “la meccanica della meraviglia”, Darfo Boario Brescia, per la cura di Mauro pansera). Ritorna sull’argomento in “Bisbigli nelle stanze di Aurelia”, personale nel Palazzo Ducale di Martina Franca curata da Angela Tecce (2012) e nell’antologica “ho le mani impegnate sto pensando”, curata da Claudio Libero Pisano al Ciac (Genazzano, Castello Colonna 2013), dove espone per la prima volta opere appartenenti a un nuovo ciclo “Data Base”, dedicato all’antico meleto nel quale è ubicato il suo studio – masseria di Rotondi.
Nell’area della masseria Varco svolge l’ultimo, in ordine di tempo, dei suoi progetti: “Orto Civile”, un progetto di arte partecipata che coinvolge più di 40 famiglie napoletane e diversi operatori dell’agricoltura intorno al rapporto tra cura della terra e alimentazione.
Della serie di “data base”, una grande assonometria del meleto del Varco è stata esposta in “rendez – vous des amis” (2015), mostra convegno internazionale curata da Bruno Corà nelle sedi della Fondazione Burri, in occasione della celebrazione del centenario dalla nascita di Alberto Burri, e il progetto “Orto Civile” è stato protagonista nel tavolo del convegno presieduto da Werner Mayer dedicato al rapporto tra arte e natura.