“Quello che ci ha spinto a concludere questo gemellaggio con la città di san Rufo è che il 35% della popolazione di Merlo ha sangue italiano. Molti vengono da questa regione, dalla Campania, e da questo Vallo. La connessione tra Merlo, questo territorio e l’ospedale di Polla “Luigi Curto” è che come Luigi Curto a suo tempo lasciò tutto e viaggiò attraverso l’Argentina, la maggior parte delle persone che stanno lì hanno viaggiato, magari non hanno costruito un ospedale ma hanno aiutato a fare grande l’Argentina. Il filo conduttore che lega questi migranti è aver lasciato il loro cuore qui, nella loro terra d’origine”, sono le parole di Gustavo Menendez sindaco di Merlo in Argentina da una settimana in Italia, nel Vallo di Diano per costruire un ponte importante tra i due Paesi. Un gemellaggio quello tra San Rufo e Merlo ufficializzato il 27 maggio che ha voluto rinsaldare la volontà condivisa di approfondire la conoscenza e l’amicizia fra le due comunità, un impegno solenne finalizzato alla solidarietà, al progresso economico e sociale e alla pace fra i popoli. “L’abbraccio” di Alejandro Marmo, l’artista originario di San Rufo, amatissimo da Papa Francesco è stato invece il dono fatto al “Luigi Curto” a nome della comunità argentina domenica 28 maggio alla presenza di diverse autorità locali tra le quali il sindaco di Polla Rocco Giuliano. “Questo abbraccio guarisce la nostalgia dei migranti che hanno avuto il coraggio di partire negli anni ’50 – ha detto Marmo – e credo che sia un simbolo forte della vicinanza tra i due comuni di Polla e Merlo. È il simbolo forte di un sentimento fraterno, l’arte può essere uno strumento per avvicinare due culture molto diverse. Ciò è il simbolo di un dialogo che ha bisogno della lingua del cuore e l’abbraccio vuole guarire tutta la malinconia dei migranti in Argentina”. “È una condizione antica, il fondatore di questo ospedale è stato in Argentina e ha fatto la sua fortuna laggiù come tanta gente italiana – ha invece detto Luigi Mandia direttore sanitario dell’ospedale pollese – quella nazione da sempre la sentiamo nostra. È ritornato un figlio di questa terra, Alejandro Marmo, uno dei massimi artisti internazionali, è lo scultore del Papa e, ha regalato un’opera eccezionale messa nella cappella del presidio ospedaliero”.
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