Insieme a Giovanni Pentangelo, responsabile del servizio di Odontoiatria e chirurgia orale all’ospedale di Polla, abbiamo provato a tracciare un bilancio dell’attività prestata nel periodo di lockdown. “Mi permetta di fare gli auguri di buon lavoro ai colleghi che opereranno nella nuova zona degli ambulatori perché è stata attivata di recente una nuova area dedicata agli ambulatori specialistici – dice – l’ospedale di Polla ha dato in tre mesi risposte assistenziali adattandosi al cambiamento, innanzitutto con la creazione del reparto Covid poi lo spostamento di alcune unità operative come la cardiologia poi la creazione di nuovi percorsi. Questa nuova zona degli ambulatori che oggi viene alla luce ma che non riguarda la nostra attività di odontoiatria così come non riguarda quella dell’oculistica e non riguarda la dermatologia e poi lo spostamento di alcune attività amministrative che erano prima localizzate in questi nuovi spazi. Questo nuovo comparto interessa altri ambulatori. Il servizio di odontoiatria era ed è nei corpi bassi che ora ha anche un accesso indipendente quindi il paziente non entra in ospedale, siamo rimasti in una zona privilegiata e lo stesso paziente fa il suo ingresso in una zona esterna. Un’area felice tanto che il direttore generale ha mantenuto gli ambulatori di odontoiatria, oculistica e dermatologia nella struttura precedente”. Sul numero degli accessi al tempo della chiusura, si parla di circa sessanta utenti che hanno varcato la soglia del servizio diretto dal dottor Giovanni Pentangelo, riflette: “Anche durante il periodo più drammatico che si è esteso da metà marzo a metà aprile quando alcuni paesi del Vallo di Diano erano stati dichiarati anche zona rossa, abbiamo continuato a prestare la nostra attività chiaramente limitando gli accessi alle sole urgenze indifferibili e l’80% dell’attività rimasta in piedi riguardava l’oncologia del cavo orale. Sin dal lockdown abbiamo lavorato in auto protezione sia per i pazienti che per gli operatori già prima che fossero emanate le indicazioni ministeriali operative per l’attività odontoiatrica nella fase2, abbiamo attuato dei percorsi di tutela per gli operatori e per i pazienti che vanno dal pretriage ai pazienti, all’utilizzo di mascherine, di caschi, di protocolli operativi, gestione degli accessi, sala d’attesa e aerazione dei locali che avevamo ritenuto di dover applicare prima della decisione del Ministero che poi hanno confermato ciò che avevamo già applicato a scopo prudenziale”. Sulla difficoltà di dover intervenire applicando tutti i protocolli di sicurezza, Pentangelo, risponde: “Era un periodo particolare dove arrivavano notizie negative in continuazione. Avevamo un reparto Covid che in un momento delicato si era riempito con dieci pazienti, però devo dire che ci siamo sempre sentiti tranquilli perché i nostri vertici hanno sempre fatto in modo che avessimo tutti i dispositivi di protezione individuale e che lavorassimo in tranquillità. I miei ringraziamenti vanno dunque al direttore Mandia ma anche a chi ha svolto ruolo di primo piano nella gestione del Covid e nella organizzazione dell’apposito reparto diretto dal dottor Domenico Rubino”. Sull’attuale condizione che sembra lasciare decisamente più respiro nella gestione del servizio, Pentangelo afferma: “Si continua a lavorare e adesso man mano la situazione sta tornando alla normalità perché i contagi si sono ridotti a poche unità anche se gli input che ci arrivano sono quelli di non abbassare la guardia. Da canto nostro continuiamo a fare ciò che abbiamo sempre fatto e cioè siamo a disposizione dei cittadini e dell’utenza per le prestazioni che riguardano i Lea che abbiamo sempre svolto e che continueremo a svolgere. Siamo a disposizione dei medici di base e dei pediatri di libera scelta con i quali da anni abbiamo un rapporto di proficua collaborazione ma anche con gli odontoiatri, liberi professionisti con i quali c’è una sinergia, atteso che talvolta ci inviano casi di pazienti che nei loro ambulatori privati non riescono a trattare perché limitati da situazioni a rischio emorragico, allergologico, e altre patologie per cui pensano di inviarli al nostro ospedale. La nostra attività continua, non si è mai interrotta e adesso ci si avvia alla normalità. Durante il lockdown abbiamo mantenuto in piedi l’attività ma soprattutto per le urgenze indifferibili e per l’oncologia del cavo orale e per i traumi facciali che anche in quel periodo sono arrivati nel nostro ospedale. E noi abbiamo cercato di fare il nostro meglio, dando risposte assistenziali adeguate”.
Antonella Citro