Il successo sui mercati di una località turistica è dovuta, fuori dubbio, alla ricchezza e varietà dei beni di cui dispone, alla efficienza dei servizi che è capace di offrire, ma anche, in buona parte, alle professioni che quei beni e servizi valorizzano ed esaltano. Le professioni nel settore sono aumentate e si sono diversificate man mano che la vendita della vacanza si è liberata dallo spontaneismo, dal pressapochismo e dalla improvvisazione, inquadrandosi in una cornice di rigorosa programmazione come un fenomeno di grande valenza richiede per far crescere nella considerazione dei mercati la validità dell’offerta. Si parte dall’indagine di mercato con monitoraggio scrupoloso delle tendenze per attuare una efficace strategia di marketing in grado di catturare l’interesse di nicchie di clientela sempre nuova. Agenzie di viaggio e tour operator si conquistano credibilità ed affidabilità con il rispetto delle clausole contrattuali e senza spiacevoli sorprese, che qualche volta hanno il risvolto della concretezza della truffa. Gli alberghi schierano un esercito di dipendenti in grado di qualificare l’accoglienza, con garbo, tatto, gentilezza e buona conoscenza delle lingue, dagli addetti alla reception, agli ascensoristi, ai camerieri di piano. Le strutture della ristorazione puntano su chef creativi, che sanno innovare i menu pur innervandoli nella tradizione e garantiscono camerieri di sala, barman, cordiali e disponibili senza invadenza.
Questa analisi, che investe un discorso di carattere generale, è applicabile anche al nostro territorio, che soltanto da qualche anno si va qualificando per serietà e professionalità, anche se, purtroppo, permangono e resistono sacche consistenti di lavoro nero, che affida attività delicate per relazioni umane e conseguente immagine a dipendenti raccogliticci e sottopagati, dequalificando l’offerta con una pessima ricaduta sulle aziende e sul territorio. Per fortuna sono nati e si sono sviluppati istituti turistici e professionali alberghieri, in una logica di politica scolastica che privilegia, finalmente, il rapporto con il territorio con uno sguardo attento all’occupazione post scolastica. L’istituto Alberghiero di Gromola e quello di Albanella sono lodevoli esempi di come è possibile innescare un meccanismo virtuoso nel rapporto scuola-mondo del lavoro e dotare l’intera gamma dei servizi turistici di professionalità in grado di soddisfarne le esigenze. È un notevole passo in avanti, ma non basta. È assolutamente necessario ed indilazionabile garantire una cornice di signorilità, di efficienza e di serena vivibilità. E la può garantire solo una Pubblica Amministrazione capace, attenta, responsabile e pensosa delle sorti della propria città. Ma all’interno di questa cornice debbono fare la loro parte (e che parte!) gli albergatori, i ristoratori, i gestori di pubblici esercizi, i commercianti, offrendo, appunto, qualità di servizi e professionalità di operatori, puntando sulla qualità più che sulla quantità del prodotto, curando molto l’immagine, nella convinta consapevolezza che nel turismo l’apparenza è sostanza.
Ma è la città nel suo insieme che deve fare la sua parte e si deve mobilitare per tutelare ed espandere una sua grande risorsa economica. E perché le nuove generazioni crescano nel rispetto e nel mito di queste tradizioni mi permetto di suggerire la istituzionalizzazione di una giornata del turismo, nella quale nelle scuole di ogni ordine e grado, amministratori locali, operatori, esperti e, naturalmente, professori e studenti parlino di questa loro straordinaria ricchezza, del turismo, cioè, che è innanzitutto incontro di popoli e di civiltà prima che fonte di lavoro e benessere. E si educhino, si formino, si convincano a considerare il turismo una festa permanente, lungo tutto l’arco dell’anno, del buon gusto e della bellezza, oltre che dell’ospitalità. Venerdì ho seguito tutta la manifestazione della Festa della Repubblica con grande partecipazione emotiva e con orgoglio ho riscoperto ed esaltato la mie radici di italianità. Guardando sfilare i 400 sindaci con la fascia tricolore mi sono quasi commosso pensando al ruolo straordinario che svolgono i comuni ed i loro amministratori, che sono stati sono e saranno le sentinelle, autentico baluardo della democrazia nei singoli territori. Ed allora perché non istituire un evento in cui ogni comune istituzionalizzi LA FESTA DEL GONFALONE, fissandola nel giorno in cui gli fu riconosciuta la propria autonomia e fu dichiarato Comune con MUNICIPIO autonomo. E intorno a quella data si crei un EVENTO di grande rilevanza storica, in cui si riscopra il proprio passato, le proprie tradizioni, i propri miti/leggende, i propri santi protettori, i propri eroi morti in tutte le guerre, in ultima analisi le proprie RADICI per farne una straordinaria FESTADELLA DEMOCRAZIA. Questa proposta l’ho condivisa sul mio diario invitando tutti i candidati a tutti i livelli a sindaco e a consigliere comunale alle Elezioni Amministrative di domenica a Capaccio Paestum. L’unico che ha avuto la sensibilità di rispondermi è stato il cav. Francesco Palumbo, che, a nome suo e di tutti i candidati consiglieri delle quattro liste che lo sostengono, ha accettato con entusiasmo l’invito ed addirittura la sera stessa di venerdì 2 Giugno, Festa della Repubblica, l’ha rilanciata in una manifestazione pubblica tenuta a Via Italia, dove un mare di gente l’ha accolta con prolungate ovazioni. Ringrazio di cuore Franco Palumbo per questa prova di straordinaria sensibilità civile e di grande responsabilità istituzionale, gli faccio affettuosi auguri di Buon Lavoro e di successo nella sua battaglia elettorale e, nel frattempo, prego ed invito tutti gli altri candidati a seguirne l’esempio e non solo a Capaccio Paestum, ma anche ad Agropoli. Sarebbe molto bello per me vedere istituzionalizzata una FESTA DEL GONFALONE con la quale e nella quale ogni singola comunità riscopra ed esalti le proprie RADICI. La proposta naturalmente vale per quanti sono impegnati domenica prossima nelle elezioni ma anche per quanti le elezioni le hanno già fatte ma possono varare ugualmente l’iniziativa con una semplice delibera consiliare. Aspetto fiducioso adesioni di massa e con entusiasmo. Il dado è tratto. Aspetto che in tanti accettino la sfida, che è di CULTURA e DEMOCRAZIA.