Ho auto già modo di scrivere, ma vale la pena di ripeterlo, che molti assessori al turismo di comuni piccoli, medi e grandi hanno una concezione errata del loro ruolo. Pensano che tutto si esaurisca nell’organizzare manifestazioni. Si tratta di una visione riduttiva, molto riduttiva, dei loro ruoli istituzionali, che investono, invece, uno spettro più ampio in grado di orientare lo sviluppo economico e sociale delle loro collettività con una progettualità di ampio respiro. E, comunque, va sottolineato che le manifestazioni legate ad una stagione turistica si dividono in due grandi filoni, da richiamo e da intrattenimento. Le prime, di grande respiro, di livello nazionale ed internazionale, di conclamata originalità, di assoluta valenza culturale e spettacolare, vanno collocate ad apertura (aprile, maggio, giugno) o chiusura di stagione (settembre, ottobre, novembre), per dilatare il più possibile il periodo delle vacanze con innegabile vantaggio per le aziende alberghiere e della ristorazione e con una conseguente ricaduta positiva su tutta l’economia, che nel turismo trova il suo punto di forza. Le tradizioni storico/culturali, le ricchezze monumentali, le bellezze paesaggistiche, le specificità enogastronomiche e la vitalità dell’artigianato e del folclore del territorio offrono spunti notevoli per iniziative di forte richiamo e di sicuro successo. Disponiamo di scenari unici ed irripetibili, cornici di grandi emozioni per spettacoli di valenza internazionale da realizzare in collaborazione con la Rai e le televisioni europee. Se altri paesi disponessero di questi tesori farebbero follie. Sarebbe ora che cominciassimo a volare alto anche noi.
E veniamo al secondo tipo di manifestazioni, quelle da intrattenimento, che mirano a rendere il più gradevole possibile la vacanza all’esercito dei turisti che affolla le nostre contrade. Anche in questo caso l’improvvisazione non paga. Non è più concepibile che a metà giugno amministratori locali ed operatori economici ignorino su cosa possano contare per un gradevole soggiorno dei loro ospiti. La vacanza si vende con mesi di anticipo ed un calendario certo di manifestazioni assicurerebbe e qualificherebbe l’offerta di località che spesso debbono contare solo sul sole, sul mare, sulla calda ospitalità e sulla ricca e varia gastronomia. Ho parlato di località al plurale in quanto Paestum deve, secondo me, inserire nel proprio calendario di offerta anche le infinite possibilità dei paesi della kora, concordandolo senza stupide sovrapposizioni o, peggio ancora, dannose rivalità, consentendo ai turisti di penetrare dalla costa verso le colline ed animare percorsi di feconda scoperta.
Per le manifestazioni di richiamo o grandi eventi che dir si voglia, mi permetto di suggerire la rivisitazione delle tradizioni pagane e cristiane, attingendo al cuore della nostra storia. Il culto per le dee e madonne potrebbe rivivere in processioni che reiterino la ritualità delle flautiste che, nella stagione delle “florealia” (aprile-maggio), su barche inghirlandate risalivano la corrente del Sele per chiedere la grazia della fecondità al Santuario di Era Argiva per, poi, cedere il testimone alle devote cristiane che con le caratteristiche “cente”, a forma di barche manco a dirlo, scalano la collina del Calpazio per chiedere alla Madonna del Granato grazie di abbondante fecondità per le campagne (il 2 maggio, lo stesso periodo delle florealia in un quasi certo rapporto di continuità). Le Ierofanie, poi, potrebbero essere un’altra bella iniziativa per riscoprire una pagina religiosa greca con il coinvolgimento di tutti i paesi della “kora pestana” che per circa dieci giorni recuperi ed esalti l’orgoglio di identità e di appartenenza delle comunità di un vasto territorio. Me ne occuperò ancora, perché l’evento di caratura internazionale merita una trattazione a parte. Qualche anno fa, poi, i giovani dell’Associazione “Evoè” diedero vita a Mythos: l’anima dei luoghi, festival della cultura classica, una manifestazione di grande spessore culturale da potenziare ed esaltare con concrete forme di sostegno per chi già spende risorse personali e, quel che più conta, intelligenza ed inventiva nell’interesse del territorio. Ecco tre esempi, ma ovviamente non sono i soli su cui puntare per una stagione di grandi eventi non posticci e frutto amaro (se non addirittura avvelenato) di colonizzatori famelici e senza scrupoli, estranei, comunque, all’anima più vera del territorio come capita da decenni. Purtroppo!