Due artisti per un burattino Dalisi e Capasso Un Pinocchio napoletano sarà visibile da sabato 8 aprile alle 17 nel Complesso monumentale della SS. Annunziata, dove si apre la mostra “Pinocchio nel cuore di Napoli”. Se invece che in Toscana Pinocchio fosse nato a Napoli, avrebbe piantato i suoi zecchini d’oro sotto un pino di Posillipo e, invece che da una balena, sarebbe stato ingoiato da una carpa gigante della Stazione Dohrn? Chi lo sa. Un Pinocchio napoletano, sarà visibile da sabato 8 aprile alle 17 nel Complesso monumentale della SS. Annunziata, dove si apre la mostra “Pinocchio nel cuore di Napoli”. Perché quel burattino dissacratore e ingenuo, truffatore e truffato, alla fine è piaciuto molto anche a sud, e così l’associazione Semi di Laboratorio in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Nino Daniele ha pensato di offrire alla città una rassegna che è anche un laboratorio e che mette in primo piano i lavori di un designer architetto geniale e generoso come Riccardo Dalisi e l’artista, anche lui architetto e professore universitario Aldo Capasso, che esporranno il primo i suoi “Totocchi” e l’altro i collage-assemblaggi della serie “Intorno a Pinocchio”. La mostra è corredata da una sezione didattica dedicata a dieci grandi illustratori dal 1901 ad oggi: Carlo Chiostri, grande interprete della favola di Collodi, Attilio Mussino, Luigi e Maria Augusta Cavalieri, Vsevolod Nicouline, Benito Jacovitti, Lorenzo Mattotti, Roberto Innocenti, Emanuele Luzzati, Andrea Rauch, Guido Scarabottolo. Non mancherà un laboratorio per bambini: “Burattini e marionette” a cura di “Semi di laboratorio”. Si terranno anche incontri di lettura di autori noti: “Pinocchio in fuga alla ricerca di sé” (Andrea Rauch, Giancarlo Alfano, Maurizio Braucci, l’insegnante Cesare Moreno). I prossimi saranno quello di venerdì 21 aprile: Andrea Rauch “Pinocchio e la sua immagine” e di venerdì 28 aprile: Giancarlo Alfano “Pinocchio Eroe dei tre mondi”. “La mia attenzione – ha spiegato Capasso – si è posta, in particolare, sulle implicazione che questa fiaba ha avuto nella letteratura infantile e non, attraverso i numerosi testi , integrali e sintetici, pubblicati in tutte le lingue, nell’arte, dove grandi disegnatori e artisti si sono cimentati nell’illustrare Pinocchio, nonché nel cinema, la televisione e il teatro. Infine, aspetto ancora più sorprendente, la produzione di gadget,marionette, giochini e una varietà di oggetti di diverse dimensioni materiali e forme, testimonia il successo e l’amore per un personaggio fantastico diventato un’icona della bugia, che tra l’altro è spesso richiamato in politica e nel costume. E ‘ su quest’ultima parte che sono stato particolarmente stimolato, perché Pinocchio ha coinvolto non solo gli operatori del Kitch e dell’oggettistica, attraverso interpretazioni “impossibili”, “improbabili” , “impensabili”, tra il serio e il grottesco, ma anche studiosi, artisti e artigiani di qualità”. Nell’85 Capasso ha realizzato a Piedimonte di Barano a Ischia un giardino pubblico dedicato a Pinocchio. “Successivamente – dice ancora l’artista – ho iniziato a collezionare libri e gadget dedicati a Pinocchio, per cui ho accumulato dopo tanti anni una tale quantità di oggetti da pormi il problema della loro conservazione e visibilità”. Forte di queste ricognizioni, Capasso ha sviluppato in chiave di “Assemblage Art” la sua visione “pinocchiofila”, come egli stesso la definisce. Quanto a Dalisi, l’immaginario fantastico dell’architetto progettista della “napoletana” per l’espresso più famoso del mondo di Alessi, non poteva non contemplare il burattino di Collodi in molte sue forme, da quelle bidimensionali a quelle in latta e altri metalli, dove lo stesso disarticolato burattino – per l’appunto accostabile a Totò, che pure interpretò il beniamino di tutta l’infanzia italiana – diventa una caffettiera.
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