Pietrabbondante perde il diritto ad ottenere i 20 milioni di euro destinati al Molise che saranno appannaggio di Castel del Giudice che si era opposto alla scelta fatta dalla regione Molise. Il Consiglio di stato ha accolto le motivazioni del comune ricorrente che ha fatto valere di avere uno dei requisiti essenziali che hanno ispirato la messa in campo del progetto Borghi: “ragione della riconoscibilità morfologica del borgo storico, della continuità storica del tessuto edilizio e della prevalenza di caratteri formali e strutturali specifici.” Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco Lino Gentile, mentre il collega di Pietrabbondante, Antonio Di Pasquo, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, ha espresso rammarico per l’occasione persa, ma ha visto confermato il suo auspicio che i 20 milioni rimanessero, comunque, in Molise.
La storia
In epoca normanna il paese fu chiamato Castellum Iudicis, nome in seguito mutato in Castrum de Iudice; il toponimo forse deriva dalla famiglia nobile Iodice, che risulta menzionata in alcuni documenti del Duecento, o può essere un riferimento al feudatario locale che amministrava la giustizia.[5]
Nel XII secolo il feudo fu posseduto da Guglielmo d’Agnone e nel 1267 da Corrado di Antiochia.[5]
Dal XIV al XV secolo si susseguono diversi feudatari: Paolo di Giga, Gualtiero di Ponte nel 1316, e i Caldora, tra cui Giovanni Antonio Caldora.[6] In questo lasso di tempo il paese non subì eventi storici di rilievo, se non la nascita dei condottieri Raimondo Caldora, avvenuta nella prima metà del XIV secolo, e di suo nipote Jacopo Caldora, avvenuta nel 1369.
Nel Novecento il paese fu interessato dal fenomeno dell’emigrazione, con flussi diretti verso l’America e l’Europa settentrionale.
Il progetto
È stata la Regione Molise a ufficializzare la decisione che cambiava la decisione precedente prendendo atto di quanto sentenziato dal Consiglio di stato: la “dote “di 20 milioni di euro, in un primo tempo assegnata a Pietrabbontante, diventa ora appannaggio del comune di Castel del Giudice classificatosi al secondo posto nella graduatoria stilata dalla regione. Il fiume di denaro potrà cambiare la vita dei circa 300 abitanti del piccolo borgo.
Ora si tratta di coinvolgere ogni energia possibile per evitare che la vittoria conseguita su Pietrabbontante non diventi un boomerang che si ritorce contro l’amministrazione che ha lottato fino all’ultimo per avere “ragione”.
Di questo è consapevole il sindaco, Lino Gentile, che fin da subito ha tracciato le tappe per la realizzazione delle idee contenute nella proposta progettuale: “È stato un percorso lungo quello che ci ha portati come comunità a questo punto. Il raggiungimento degli obiettivi prefissati ha bisogno della piena collaborazione di tutti, in primis della comunità locale che è il motore di tutto ciò che sin qui abbiamo realizzato e di quello che ci accingiamo a fare”.
Si tratterà di mettere insieme persone, idee, opportunità, sensibilità diverse e farle dialogare tra loro per dare concretezza alle linee ispiratrici che con i fondi del Bando.
La rigenerazione di Castel del Giudice avverrà con il coinvolgendo del sistema dei saperi e delle competenze locali, basati sugli assi della cultura e turismo, sostenibilità e biodiversità, inclusione e custodia sociale, dimostrando che si può fare innovazione facendo rete con le esperienze virtuose che caratterizzano le aree interne dell’Appennino e disegnando insieme un nuovo futuro