Di Veronica Gatta
È stata approvata mercoledì 28 settembre, all’unanimità, la proposta di legge relativa alle “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali nonché deleghe al Governo per la riforma del sistema di governo delle medesime aree e per l’introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ambientali”.
La proposta di legge era stata presentata alla Camera dei deputati il 15 marzo 2013 e nasceva dalla consapevolezza delle grandi potenzialità dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali in termini di turismo, produzioni tipiche e risorse culturali e ambientali.
«Una conquista importante – afferma in una nota il deputato del Partito Democratico, Simone Valiante – iniziata molti anni fa anche dal sottoscritto quando era amministratore locale e coordinatore locale dell’Anci, insieme a molti amici amministratori che condividono con me l’impegno parlamentare».
La legge sottolinea fin da subito una distribuzione “armonica” della popolazione su tutto il territorio nazionale; questa costituisce una garanzia del sistema sociale e culturale italiano, una certezza nella manutenzione del territorio ed un’opportunità di sviluppo economico. Per questo motivo, la legge evidenzia l’importanza di impedire uno spopolamento dei piccoli borghi per evitare che si aggravi il rischio idrogeologico dell’Italia, afflitto ogni anno da cataclismi (pensiamo al terribile terremoto che ha colpito il Centro Italia, ma anche alluvioni ed eruzioni) e da un consumo eccessivo di suolo (spesso abusivo), incuria e, naturalmente, abbandono. Numerosi Stati dell’Unione Europea da anni hanno avviato politiche locali e generali di intervento per riportare le popolazioni nei piccoli comuni ed arginare, così, il preoccupante fenomeno della desertificazione. Con l’approvazione di questa legge, finalmente anche in Italia si intravedono strumenti in grado di sostenere un ripopolamento dei piccoli centri.
I piccoli e piccolissimi comuni sono custodi di gran parte dei tesori, delle identità e delle tradizioni italiane. Costituiscono, pertanto, un patrimonio di valore inestimabile e di importanza fondamentale per la salvaguardia dell’identità storico-culturale dell’intero Paese. Lo scopo della legge è, dunque, quello di valorizzare tale patrimonio. Come?
«Si vogliono delineare concrete misure per il sostegno ai piccoli comuni e alle attività economiche, agricole, commerciali e artigianali, secondo forme coerenti con le peculiarità dei territori dei piccoli comuni, che potranno rappresentare investimento per il rilancio sociale ed economico e per la valorizzazione del patrimonio ambientale e storico-culturale di queste aree – si legge nella proposta di legge –. Le agevolazioni sull’affitto, il mantenimento delle strutture scolastiche e dei presìdi sanitari, delle stesse caserme dell’Arma dei carabinieri, la possibilità di pagare le bollette negli esercizi commerciali recuperando la figura dei vecchi “empori”, la garanzia di avere un distributore di benzina, sono le condizioni essenziali per invertire un trend che rischia di creare solamente disagi al nostro Paese. Nella competitività territoriale non esistono aree sciaguratamente deboli, ma soltanto aree non messe in condizione di competere e dunque costrette a tenere “sotterrati i propri talenti”».
Il mantenimento di un’adeguata rete di servizi territoriali e di esercizi commerciali nei territori di questi piccoli centri costituisce una delle condizioni per una loro rivitalizzazione economica. «Dove il tessuto sociale dei piccoli comuni è stato preservato e valorizzato da un’efficiente rete di servizi – si legge ancora nella legge –, queste realtà si sono dimostrate eccellenti esempi per la sperimentazione e la realizzazione di buone pratiche».
Pensiamo, per esempio, ai 19 piccoli comuni cilentani che si sono dimostrati efficienti nella raccolta differenziata dei rifiuti. In questi borghi, come è possibile constatare dalla tabella allegata, la percentuale di raccolta differenziata supera il 60 per cento dei rifiuti urbani prodotti, e, in 3 di questi piccoli comuni tale quota supera addirittura l’80 per cento (fonte: “Comuni Ricicloni 2016” – Legambiente).
«Tra le norme approvate – prosegue l’onorevole Valiante – mi piace ricordare una battaglia storica mia e del coordinamento nazionale dei piccoli comuni dell’Anci: il nuovo articolo 2 comma 1 che di fatto vincola lo Stato e le Regioni a salvaguardare qualità ed efficienza dei servizi essenziali in settori come sanità, servizi postali, protezione civile, istruzione, trasporti, viabilità».
«Il provvedimento passa ora all’esame del Senato e per fine anno speriamo di ottenere l’approvazione definitiva. Sarebbe un grande risultato – conclude il deputato – che ci permetterà di restituire la giusta dignità e “cittadinanza” alle nostre piccole comunità ed alla tutela giuridica delle loro battaglie! Questa legge rappresenta una conquista di civiltà soprattutto culturale che non guarda ai grandi numeri, ma alla sostanza, che evidenzia l’importanza del carattere di unicità dei piccoli borghi, da tutelare e salvaguardare».
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