A volte bastano una o due fiammelle di speranza per squarciare il buio della notte che vede allontanarsi l’aurora. Ma tutti sono consapevoli che la speranza è flebile e come una fiammella tremolante, come il cammino di un anziano che misura bene il passo per evitare di farlo “più lungo della gamba” che lo sostiene.
Così accade quando in una piccola comunità che da qualche anno non registra nascite e, all’improvviso, sente alzarsi tra gli stretti vicoli del borgo i vagiti di due bambini che vanno a fare somma “algebrica” con qualche decina di decessi registrati all’anagrafe del comune.
Si tratta di una speranza che andrebbe coltivata, un fuocherello che necessita di ossigeno, di un sogno che dovrebbe reggere al risveglio …
Tempo fa illustrai un’idea a Tommaso Pellegrino, presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, e ad alcuni componenti del direttivo, tutti sindaci di piccoli comuni, un’idea tanto ambiziosa quanto semplice e comprensibile a tutti: immaginare un progetto nel quale coinvolgere soggetti privati, pubblici, società di capitale e persone fisiche con lo scopo di acquisire, ristrutturare e commercializzare una parte del patrimonio abitativo abbandonato dei borghi dell’area PNCVDA.
L’idea prevede la costituzione di una SPA a capitale diffuso le cui quote dovrebbero essere acquisite da chiunque potrebbe trarre vantaggio dalla messa in pratica del piano di acquisto Banche, assicurazioni, professionisti (ingegneri, architetti, geometri), proprietari, operatori turisti …, ristrutturazione (imprese edili, idraulici, elettricisti, imbianchini, rivenditori di materiale edili e utili a ristrutturare, fornitori di gas ed energia … e commercializzazione (agenzie di viaggio, agenzie immobiliari, tour operator …). Si potrebbe, facilmente arrivare ad una società di oltre 500 soci, per poi allargare il campo …
Si tratterebbe di mettere in pista un soggetto con un milione di Euro di capitale e partire per andare ad aggredire una parte consistente delle risorse messe a disposizione dal governo per mettere in sicurezza le abitazioni che sono l’ossatura dei piccoli e grandi centri storici italiani e, nel nostro caso, della stragrande maggioranza dei comuni ricadenti nel perimetro del PNCVDA.
A scriverne sembra facile, ma ritengo potrebbe essere una sfida ambiziosa ma possibile.
Se, una volta tanto, amministratori e imprese si decidessero a tentare di fare un piccolo passo nella stessa direzione di chi ha un grande “conflitto” di interessi: quello di voler riportare vita nella desertificazione demografica provocata da una “guerra” già persa perché non abbiamo avuto né la voglia e né il tempo di combatterla!