“Il nostro è il Paese, ha dichiarato Patrizio Bianchi, con il più alto tasso di dispersione in Europa, ma soprattutto quello con il più alto divario interno. In alcune aree interne del Sud, in particolare in Calabria, siamo al 33%”. Su queste basi si rappresenta quanto mai necessaria una politica di recupero, capace di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica.
“Quando si parla di dispersione scolastica, si rileva da uno studio Invalsi, dobbiamo far riferimento a una molteplicità di aspetti e di concause che cambiano in relazione ai diversi contesti sociali, geografici e ai livelli educativi. Gli effetti di questo complesso fenomeno, inoltre, non sono circoscritti al periodo formativo“. Malgrado l’impegno e l’attività senza stima dei docenti, la dad, inevitabilmente, ha creato un più vasto ampliamento delle disuguaglianze sociali. Tanto è avvenuto per diverse cause infrastrutturali e anche per la discutibile formazione operativa degli stessi docenti, nonchè per la precarietà socio-economica-culturale diffusa. Dopo tutto senza dad, nel buio e temuto lockdown , non ci sarebbe stata la scuola, non ci sarebbe stata alcuna soluzione parziale al problema. Oltre però alla criticabile necessaria dad una serie di fattori, come le motivazioni soggettive, le difficoltà cognitive e di apprendimento, la demotivazione, l’inadeguatezza da sempre, hanno causato la fuga dalla scuola. Nel mese di Aprile scorso, per la Procura, in Campania erano 900 a non seguire le lezioni. La scuola sicuramente ha avuto un crollo in tutto il Paese. La nostra regione per dispersione (29%) è seconda solo alla Sardegna (33%). Nel dossier MIUR “La scuola colabrodo” si legge che dei 590.000 adolescenti che hanno frequentato le superiori, 130.000 non arriveranno al diploma, trascorrono gli anni giovanili nel profondo Sud, ma anche nelle aree più industrializzate del Nord e meno di uno su tre troverà lavoro.“Il nostro è il Paese, ha dichiarato Patrizio Bianchi, con il più alto tasso di dispersione in Europa, ma soprattutto quello con il più alto divario interno. In alcune aree interne del Sud, in particolare in Calabria, siamo al 33%”. Su queste basi si rappresenta quanto mai necessaria una politica di recupero, capace di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica. Torna, dunque, all’attenzione la dispersione scolastica e la povertà educativa per il triennio 2021-2023. Ministero dell’Istruzione e Sicilia firmano un accordo strategico finalizzato ad attuare un’azione a sostegno delle politiche educative e per il contrasto della dispersione scolastica nella Regione. Fra gli scopi dell’intesa è prevista la ristrutturazione degli istituti, degli spazi mensa e dei laboratori. Si vogliono, inoltre, rafforzare le competenze e praticare interventi formativi sull’orientamento per i docenti col fine di fornire garanzia di sostegno agli alunni nel complesso momento della scelta del percorso di studio. Il piano prevede, altresì, l’attivazione di sportelli ascolto nell’ambito scolastico ove più si concentra il fenomeno della dispersione scolastica. Proprio stamattina il Ministro Bianchi ha firmato l’accordo. Azioni strategiche e risorse finanziarie da stanziare saranno elementi basilari delle politiche educative e per la lotta alla dispersione scolastica nella Regione. Ci si muoverà su due fronti. Sarà tenuto di buon conto il Piano Estate da un lato e dall’altro il Piano triennale per il contrasto alle povertà educative. L’accordo siglato si rappresenta in stretta connessione con l’iter del Ministro Bianchi e si esprime bisogno urgente per arginare il fenomeno dell’abbandono scolastico e per contrastare le diseguaglianze esasperate dalla pandemia. Un nuovo importante passo verso l’atteso settembre, malgrado la minaccia Delta. Si tratta di una prima intesa ufficiale tra MI e Regione. “È il primo accordo che firmiamo con una Regione – ha precisato il Ministro Patrizio Bianchi – . È il segnale chiaro che temi fondamentali come le politiche educative e il contrasto alla dispersione scolastica si affrontano insieme”. Il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci ha, invece, marcato l’importanza di praticare azioni combinate e contemporanee di più elementi in unica direzione. “La Sicilia, ha dichiarato Musumeci, è la prima, tra le Regioni italiane, ad aver sottoscritto l’Intesa istituzionale con il Ministero dell’Istruzione, per il contrasto alla povertà educativa. Rendere sinergici, sul piano programmatico e finanziario, gli interventi delle due istituzioni faciliterà il percorso di potenziamento del tempo pieno e la auspicata riduzione dell’abbandono scolastico precoce”. Roberto Lagalla, Assessore all’Istruzione e alla Formazione Professionale della Regione Siciliana si è detto soddisfatto per l’avvenuto riconoscimento della regione siciliana in termini di diritto allo studio e di valorizzazione del capitale umano del territorio. “Sono molto soddisfatto di questo passaggio, ha affermato Roberto Lagalla, che conferma l’unità di intenti tra i due livelli governativi e vede formalmente riconosciuto l’impegno del governo Musumeci in materia di diritto allo studio e di valorizzazione del capitale umano della Sicilia. Di tutto ciò ringrazio il Ministro Bianchi per la sua vicinanza alla nostra Regione e il Presidente Musumeci che, sin dall’inizio della legislatura, ha fatto dell’istruzione uno dei pilastri portanti della sua azione di governo”. Una risorsa ulteriore sarà resa disponibile dalla stessa regione siciliana con la finalità di accrescere meglio le competenze disciplinari, il recupero della socialità e l’attività di accompagnamento delle studentesse e degli studenti verso settembre. Sarà riservato speciale spazio e importanza, col fine della sempre più crescente valorizzazione, ai progetti delle scuole in rete con associazioni sportive, culturali e del terzo settore. Un’azione necessaria nel quadro di una restaurazione o rinascita urbana e dello sviluppo dei quartieri a maggiore rischio di esclusione sociale.
Emilio La Greca Romano