Il processo di trasformazione delle attività produttive agricole nella piana del Sele si dirsi compiuto! Un tempo, possiamo dire fine agli anni ’90 del secolo scorso, i colori che dominavano la grande distesa di campagna coltivata a destra e a sinistra del fiume Sele erano il “giallo” e il “rosso” con qualche incursione nel verde: il giallo del tabacco, il rosso del pomodoro e il verde di carciofi ed erba medica e foraggio per gli allevamenti bovini.
Un tempo, c’era la rete degli Ex Tabacchifici della Piana del Sele (Ex tabacchificio Farina di Battipaglia, Ex tabacchificio Fiocche (Salvati) di Eboli, Ex tabacchificio Carillia di Altavilla Silentina, Ex tabacchificio Cafasso di Capaccio, Ex tabacchificio Farinia di Pontecagnano, Ex tabacchificio Centola di Pontecagnano) si presenta come un complesso unitario di archeologia industriale, costituito dalle strutture afferenti al Consorzio Saim, che controllava l’ intero ciclo di produzione del tabacco nella Piana del Sele dagli anni ‘20 agli anni ’70.
L’ insieme di queste fabbriche separate, ma collegate da una stessa matrice culturale produttiva, costituiva un insieme organico sia dal punto di vista logistico, che paesaggistico ed architettonico. Esso dava luogo, in primis, ai borghi rurali e alle antiche masserie e successivamente, con l’avvento della trasformazione industriale e l’investimento sul comparto produttivo, a poli di manifattura dei prodotti agricoli. Così come accadde per i borghi rurali, sorti attorno alle antiche masserie, anche attorno a questi poli produttivi manifatturieri vennero a crearsi dei veri e propri villaggi.
Anche lo storico Mercato Ortofrutticolo, situato sulla via della Repubblica all’altezza di Piazza Santini e che faceva da contraltare al “Villaggio”, ha mutato la sua funzione primaria di raccolta dee prodotti agricoli per la vendita all’ingrosso, diventando un grande mercato aperto anche a ristoratori e albergatori.
Per la verità, da oltre un ventennio, superate le questioni burocratiche sulla proprietà del sito dove insiste il mercato, sono stati presentati diversi progetti per far rinascere a nuova vita il mercato ortofrutticolo … purtroppo e nonostante che il Consorzio, che ha la titolarità sul suolo su cui si trova la struttura, abbia presentato in diverse occasioni progetti che avrebbero aiutato i prodotti agricoli a “camminare” per le strade del mondo nazionali ed europee, si è ancora alle prese con problemi burocratici per la realizzazione della nuova struttura in località Cerro dove il consorzio ha già acquistato il terreno per la sua realizzazione.
Inoltre, anche la piazza dedicata a primo direttore del Consorzio di bonifica sinistra Sele, ha mutato la sua funzione con il tempo: furono eretti il cinema Miryam, la chiesa di San Vito con annesso oratorio, gli uffici oggi occupati dalla sede staccata comune, il complesso scolastico delle scuole medie ed Elementari con la biblioteca. Da qui prese il via della costruzione della Città che oggi ospita quasi il 50% della popolazione del comune: Capaccio Scalo, la città moderna; che si contrappone alla Città dei Templi; Paestum
Oggi, se ci si affaccia sulla “balconata” situata nel piazzale antistante del santuario situato sul costone ovest del monte Soprano, alla vista si presenta un’immensa distesa di colore verde, dell’erba medica e del mais; a seguire ecco il contrasto del bianco delle serre erette a difesa delle coltivazioni “perenni” di prodotti di 4^ gamma (insalatine, misticanza e la rucola) destinati agli scaffali dei supermercati del nord dell’Italia e dell’Europa.
Basta tentare di contare, PER NON RIUSCIRCI, gli innumerevoli caseifici con i relativi allevamenti bufalini che punteggiano l’intera pianura, per capire che non si tratta di un sistema che ha fagocitato l’intero territorio con ricadute di carattere economiche, ambientali, infrastrutturali e sociali.
È evidente il cambio del paesaggio, si è radicata una trasformazione dell’uso del suolo, si è chiuso il sistema produttivo agricolo avendo fagocitato gran parte della biodiversità produttiva.
Da anni si tenta anche di dare soluzione anche alla problematica dello smaltimento dei liquami prodotti dalle quasi centomila bufale che “prosperano nella piana a destra e a sinistra del fiume Sele. Con la crisi energetica si è rimesso in modo il progetto di estrarre “biometano” dagli allevamenti bufalini come già avviene da tempo per quelli bovini nella pianura Padana. Il primo impianto lo ah realizzato Peppino Pagano e si può vedere percorrendo la SS 18 tra Capaccio Paestum e Agropoli; l’altro, di prossima apertura si sta completando in Vallecentanni nel comune di Albanella; il terzo, progettato dalla Cooperativa Paestum in contrada Spinazzo, che è in gestazione da più tempo degli altri, ancora è stato “impastoiato” tra problemi di credito delle banche e l’acquisizione di terreni sufficienti e necessari previsti dalla dimensione del progetto; altri ancora sono previsti in altre realtà della piana del Sele e, allargando lo sguardo più a Nord, nel casertano …
È il procedere del tempo con il cambio delle richieste del “mercato” che stravolge la realtà che ci circonda e la rende diversa da come è stata!
Oggi è facile prevedere che un altro salto nel futuro si prospetta per il sistema agricolo della piana del Sele: l’immensa superficie coperta dalle serre sarà coperta da pannelli fotovoltaici … così, quello che un tempo fu un mondo colorato di rosso e giallo, ecco che si appresta a diventare un territorio che riflette i raggi di sole per dare agli uomini l’energia pulita necessaria per continuare il suo viaggio verso l’infinito …
Intanto, noi che viviamo on questo tempo cerchiamo di godere, ancora un po’, di un mondo che ancora rassomiglia a ciò che è stato e riesce a farci intravedere ciò che sarà per chi verrà dopo di noi!