Piaggine, l’11 marzo 2026, avrà il “nido” che ospiterà le future generazioni di neonati nell’alta Valle del Calore. Infatti, a fronte di una spesa di €1.100.000,00, la “Costruzioni Generali Santangelo Srl, di Satriano Lucano in Basilicata, avrà il Nuovo Polo per l’infanzia.
I “servizi educativi e cura per la prima infanzia” saranno elargiti in località Madonna delle Grazie, sul tempone che sovrasta l’omonima chiesa, dal quale i Piagginesi possono allargare lo sguardo su buona parte della Valle del Calore.
Il sito è stato candidato per diversi tipi di opere, quella più “ambiziosa” era la realizzazione di una piscina che avrebbe dovuto alleviare le calure estive di grandi e piccini … evidentemente non furono trovati finanziamenti né le esperienze fatte a Felitto e Roccadaspide hanno incoraggiato l’amministrazione a continuare a perseguire quell’ipotesi.
La scelta, invece, di erigere un altro plesso destinato all’educazione dei neonati ha trovato un positivo riscontro sia nell’amministrazione comunale (non so se è un finanziamento richiesto dalla precedente guidata da Guglielmo Vairo; o da quella attuale capeggiata da Renato Pizzolante) che lo hanno candidato nell’ambito delle risorse del PNRR.
Dando per scontato che nell’anno scolastico 2026-27 a Piaggine, Valle dell’Angelo e Sacco ci sia un numero sufficiente di bambini che consentano di aprire e garantire continuità di esistenza in vita alla scuola, resta il fatto che le risorse necessarie per retribuire “puericultrici, personale ausiliario e costi di riscaldamento e manutenzione” dovranno essere reperite tramite il pagamento di una retta, proporzionata alla capienza economica dei genitori, e alla creazione di un apposito capitolo nel bilancio comunale. Questo perché i costi dei “nidi” non sono a carico della Pubblica Istruzione, ma sono competenza del comune. Non a caso, le scuole a tempo pieno e gli Asilo Nido, aperti sono meno del 15% del totale; tra questi la scuola di Piaggine offre già il servizio mensa ed è attivo il tempo prolungato …
Dando per scontato che Piaggine con Sacco e Vallo dell’Angelo, i tre comuni che già mandano i bambini a Piaggine per assolvere all’obbligo scolastico, siano interessati ad offrire ai nuovi nati la possibilità di frequentare il nido in costruzione. Il numero dei nati relativo al 2023 non promette niente di buono: Piaggine, 26; Valle dell’Angelo 1, Sacco, 8; per un totale di 34 bambini in età tra 0 a 4 anni.
Con dati più specifici, è facile immaginare che il numero dei potenziali fruitori del nido si riduce a meno in quanto, generalmente, si consiglia di portare i bambini al nido con età di almeno un anno fino a 3 anni. Nel nostro caso si tratterebbe ad oggi di 16 bambini in media; se poi togliamo un 50% di mamme che lavora e possono usufruire del diritto di stare a casa, e chi non lavorando rinuncia al nido per evitare spese aggiuntive al budget familiare, ci si rende conto che difficilmente il numero dei potenziali “utenti” arrivi a 10!
Pertanto, a chi gioverà la costruzione di una struttura destinata a rimanere sottoutilizzata se non mai utilizzata? Dopotutto, Piaggine, dopo la chiusura dell’Istituto magistrale, ha un numero spropositato di edifici fatti e, in alcuni casi rifatti, da ricollocare nella vita sociale ed economica del paese: l’edificio che ospitava la scuola superiore, il convento dei cappuccini, il centro studi “Angelo Ciniello”, Il centro polivalente realizzato sotto alla piazza Umberto I, l’ex scuola materna statale adiacente alla caserma dei carabinieri, i locali situati all’inizio della strada che porta al Cervati … senza parlare dello storico edificio che domina la piazza Vittorio Veneto realizzato nel dopoguerra con un atto d’imperio dall’allora sindaco Custode Petraglia che già ora cede spazi e locali ad altre esigenze culturali e sociali della comunità.
Insomma, la realizzazione di un nuovo “edificio” scolastico è un salto nel futuro che, allo stato delle cose, non c’è!
Ovviamente, l’augurio è quello che possa esserci, ma bisogna cominciare a preparalo e programmarlo da adesso, per poi svilupparlo nel tempo necessario per il completamento dei lavori di costruzione previsti per il 2026. La data appare lontana ma non così distante da poterla ignorare.