1.1 Descrizione dell’elemento
L’arte della perla di vetro è un patrimonio strettamente legato alla ricchezza di conoscenze specifiche, alla padronanza di un materiale, il vetro, e di un elemento, il fuoco. Questo saper-fare artigianale particolare, nel corso degli anni, ha plasmato l’identità culturale di due comunità che, ognuna con le proprie scelte, si riconoscono in quest’arte.
Conosciuta nel mondo fin dall’antichità e documentata dalle fonti a partire dall’inizio del XIV secolo a Venezia e dal XVI secolo in Francia, l’arte della perla di vetro racchiude conoscenze specifiche, saperi condivisi, gesti, uso di particolari strumenti artigianali e include diverse fasi di realizzazione e utilizzo delle perle.
A Venezia, i saperi tecnici legati alla creazione delle perle di vetro, si riferiscono, principalmente, alle perle “a lume” (per la cui realizzazione l’operatore fonde le bacchette di vetro alla fiamma avvolgendole su uno stecco metallico, “mandrino”, per ottenere, secondo le tecniche e gli strumenti utilizzati, vari tipi di perle che, successivamente, possono essere anche incise) e alle perle “da canna” (ottenute sezionando, molando e lucidando una canna forata, composta da diversi strati di vetro che formano un disegno al suo interno).
I saperi tecnici legati alla creazione delle perle di vetro in Francia sono relativi, principalmente, alle “perle in vetro pieno” (che si realizzano alla fiamma e, per rotazione e gravità, ancora calde, assumono una forma rotonda) e alle “perle cave” (che vengono create o su un mandrino, montando e unendo due dischi paralleli di vetro, o soffiando in una canna vuota). Le perle possono successivamente essere decorate in vari modi.
L’elaborazione più complessa delle “murrine”, comune a entrambi i Paesi, consiste nell’assemblare, intorno ad un nucleo, sezioni di canne di vetro multicolore.
A Venezia, tutte queste bacchette di vetro, cave, piene o del tipo “murrino”, sono realizzate a Murano, nelle fornaci, dai maestri vetrai.
A Venezia, tra i vari usi delle perline di vetro vi è l’infilatura, con finissimi aghi raccolti a ventaglio, di minuscole perline, dette “a semenza”, la tessitura a pedale, la composizione di fiori di perline con filo di metallo e la creazione di gioielli.
In Francia si praticano, soprattutto, l’infilatura e la creazione di gioielli.
Questi saperi si basano sullo scambio di conoscenze tra le due comunità e su una tradizione condivisa, rappresentata dall’uso congiunto di tecniche, strumenti e di termini tecnici, come “frita di vetro” e “soffiato”.
1.2 Localizzazione geografica e raggio dell’elemento
Italia e Francia
1.3 Dominio (i) dell’elemento
Dominio(i) dell’elemento come patrimonio culturale immateriale identificato ai sensi dell’Articolo 2.2 della Convenzione: tradizioni ed espressioni orali, ivi compreso il linguaggio, in quanto veicolo del patrimonio culturale immateriale
conoscenze e pratiche relative alla natura e all’universo
1.4 Decisione dell’Organo di valutazione
Decisione 15.COM 8.B.34
Il Comitato,
1. Prende atto che l’Italia e la Francia hanno nominato L’arte delle perle di vetro (n. 01591) per l’iscrizione nella Lista Rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità:
2. Ritiene che, dalle informazioni contenute nel dossier di candidatura soddisfino i seguenti criteri per l’iscrizione nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità:
R.1: Il dossier di candidatura spiega le caratteristiche specifiche e alcune differenze tra l’elemento secondo la pratica in Francia e in Italia. Nel complesso, tuttavia, il file sottolinea le caratteristiche condivise del lavoro dei detentori, lo scambio di competenze e gli impulsi creativi derivanti da questi. I detentori francesi ed italiani traggono un senso di appartenenza da valori culturali condivisi e capacità innovativa (ad esempio, nel caso dei “mandrini in rame” ed “acciaio inossidabile”)di tecniche prese in prestito da altre aree geografiche, nonché un linguaggio speciale mutuato da altre attività (ad esempio, cucinare e cucire). Il mestiere sostiene anche la professionalizzazione e l’emancipazione delle donne. Il dossier di candidatura presta inoltre attenzione al riciclaggio dei materiali come mezzo per promuovere la creatività e contribuire alla sostenibilità.
R.2: Il processo di nomina stesso ha stabilito un nuovo dialogo tra le comunità dei due Stati presentatori. L’iscrizione dell’elemento aiuterebbe a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del patrimonio culturale immateriale in entrambi gli Stati a livello locale, sulla base dell’esempio di una pratica che combina conoscenza, manualità e consapevolezza ambientale. A livello internazionale, grazie agli scambi e alle reti esistenti, l’iscrizione aiuterebbe a consolidare, intensificare ed espandere laboratori didattici già consolidati ad altre industrie artigiane, aumentando così la visibilità del know-how associato a diverse pratiche immateriali.
R.3: La vitalità dell’elemento è assicurata dalle comunità, dai gruppi e dagli individui interessati attraverso la sua pratica nonché attraverso corsi informali per singoli portatori. Gli Stati parti che hanno presentato la candidatura hanno sostenuto la fattibilità dell’elemento attraverso l’introduzione di leggi regionali che promuovono l’artigianato e consentono a molti portatori di avviare la propria attività. La vitalità dell’elemento è stata assicurata anche attraverso l’organizzazione di corsi, ricerche e documentazione e con lo svolgimento di mostre. In particolare, la candidatura descrive azioni congiunte tra le comunità sia in Italia che in Francia, inclusa la creazione di un sito web multilingue comune e un festival internazionale. Le comunità, i gruppi e gli individui interessati sono stati attivamente coinvolti nella preparazione delle misure di salvaguardia.
R.4: Il file di candidatura dimostra che le comunità, i gruppi e gli individui interessati hanno partecipato al processo di nomina dal 2013 attraverso riunioni, riunioni e l’istituzione di un comitato direttivo per la candidatura multinazionale nel 2018. Durante il processo di candidatura, sono state organizzate riunioni del comitato in diverse occasioni, discutendo i contributi forniti in tali riunioni e gruppi di lavoro tematici tenuti in entrambi gli Stati prima della sottomissione del dossier. Le lettere di consenso attestano l’ampio consenso delle comunità e delle istituzioni interessate.
R.5: In Francia, l’elemento è stato incluso nell’Inventario nazionale del patrimonio culturale immateriale nel 2018. Questo inventario viene aggiornato quando necessario dal Ministero della Cultura, su richiesta della comunità. In Italia l’elemento è stato inserito nell’Inventario Nazionale degli Elementi del Patrimonio Culturale Immateriale nel 2019. Questo inventario, sviluppato sulla base dell’inclusività e dell’accessibilità e mantenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, viene aggiornato su richiesta. Il file fornisce una chiara spiegazione del processo di inventario, di come l’elemento è stato identificato e definito, compreso il modo in cui le informazioni sono state raccolte ed elaborate con la partecipazione attiva della comunità dei detentori.
3.Decide di iscrivere L’arte delle perle di vetro nell’elenco rappresentativo del patrimonio culturale immateriale dell’umanità;
4. Si congratula con gli Stati Parte per il dossier ben preparato che possa servire da buon esempio di come l’iscrizione di un elemento nella Lista Rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità possa contribuire a garantire la visibilità e la consapevolezza del significato del patrimonio culturale immateriale in generale, nonché di come le comunità interessate possono svolgere un ruolo attivo nella salvaguardia dell’elemento e durante l’intero processo di candidatura;
5.Ricorda agli Stati Parte che l’aggiornamento è una parte importante del processo di inventario e li invita a includere informazioni dettagliate nel loro prossimo rapporto periodico sull’attuazione della Convenzione a livello nazionale riguardo alla periodicità e alle modalità di aggiornamento dell’Inventario Nazionale Patrimonio culturale immateriale (Francia) e Inventario nazionale degli elementi del patrimonio culturale immateriale (Italia), ai sensi dell’articolo 12.1 della Convenzione.