Si tratta di uno degli insegnamenti base che tutti i genitori cercano di dare ai propri figli non appena iniziano a essere minimamente indipendenti. Ma anche una delle buone abitudini che molti tendono a disimparare con il passare degli anni. Si tratta, però, di una delle armi più potenti nella lotta per la prevenzione. L’ultima conferma arriva da un recente studio condotto da un team di ricercatori britannici, dell’Università di Southampton, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet.
La ricerca ha riguardato oltre 20 mila persone. Tutte sono state seguite da gennaio 2011 a marzo 2013. Metà ha avuto libero accesso a un sito internet ad hoc, in cui erano presenti informazioni, consigli e suggerimenti, tutti riguardanti lo stesso tema: l’importanza di lavarsi le mani. Metà, invece, non ha ricevuto alcuna “istruzione” in merito. Analizzando i risultati, si è visto che solo nel gruppo delle persone che avevano accesso al portale informativo, il gesto era effettuato per un numero di volte sufficiente al giorno. Nell’altro gruppo, questa manovra, considerata essenziale dagli esperti, era sottovalutata.
Virus e batteri possono sopravvivere sulla pelle e sulle superfici, contaminare le mani e quindi essere ingeriti. E la loro diffusione, se non viene bloccata, può essere più rapida di quanto non immaginiamo. Uno studio presentato lo scorso settembre al meeting dell’American Society for Microbiology mostra che un virus innocuo posto al mattino sulla maniglia di una porta di un edificio con uffici, può in soli 120 minuti arrivare a contaminare ben oltre la metà delle superfici (interruttori, pulsanti, caffettiere, rubinetti e computer) e il 60% degli impiegati al lavoro nell’edificio.
Per questo lavarsi le mani è il modo più efficace per evitare il diffondersi delle infezioni.