Cosa succederebbe se la Regione, la Provincia, il Parco, la Comunità Montana e i Sindaci dei piccoli comuni interni della Valle del Calore si unissero per chiedere l’esenzione dal pagamento dell’IVA che i cittadini e i visitatori devono pagare, in cambio del fatto che i residenti restano a controllare e a gestire il territorio che è patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO e riserva naturalistica di primaria importanza? Se la richiesta fosse accolta, quali pensiate che siano le conseguenze? La risposta è molto simile a quella che molti amministratori e politici, a vari livelli, cercano con la loro azione da anni e, per problemi contingenti, non sono mai riusciti a dare…
Si arresterebbe immediatamente l’emorragia demografica
- Si bloccherebbe la moria di piccoli esercizi commerciali.
- Risusciterebbero le arti e i mestieri.
- I flussi turistici culturali e balneari risalirebbero le tortuose strade della Valle del Calore per acquistare i prodotti della nostra agricoltura e anche altro.
- Si riaprirebbe il mercato immobiliare grazie alla ristrutturazione delle vecchie case e dei centri storici.
- Si avrebbe il rientro di numerosi emigrati e il ripopolamento di molti Centri storici abbandonati.
L’elenco potrebbe continuare. Ma il senso è stato ben inteso. Lo so, state pensando che è impossibile! Invece queste cose esistono già in varie forme; volete qualche esempio? Eccoli:
- Livigno. Zona franca, perché posto isolato e raggiungibile solo grazie ad una strada tortuosa, anche più delle nostre.
- Alto Varesotto. In prossimità del confine svizzero, per scoraggiare il pieno di benzina all’estero è stato dato un bonus che sale quanto più ci si avvicina al confine. Inoltre c’è in Parlamento la proposta di legge Realacci, che prevede incentivi per i piccoli comuni. Lo stesso Presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, ha rilanciato recentemente il tema della tutela dei piccoli comuni in via di estinzione ponendoli all’attenzione dei politici, del Governo e dell’opinione pubblica. A noi, che siamo i diretti interessati, non resta che crederci, convincerci che è possibile lottare perché accada. E può accadere già dall’anno prossimo! Senza aspettare per un decennio una strada, un finanziamento, o, cosa più realistica, che la Valle del Calore diventi una grande Roscigno Vecchia!