“PIÙ CULTURA MENO PAURA” appunti per Capaccio Paestum
L’installazione (provvisoria) delle tre cupole nei pressi del Tempio di Cerere, sia pure in occasione di un evento importante quale la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, offre l’opportunità, di una riflessione generale circa le attività e gli eventi culturali del territorio di cui, globalmente, non si è mai discusso se non a compartimenti stagni. È del tutto superfluo, dal nostro punto di vista, ribadire che l’installazione delle cupole disturba non solo la lettura dei tre templi, in particolare quello di Atena, ma causa un impatto visivo che altera lo stato dei luoghi aggravando la situazione di un contesto già profondamente turbato.
Innanzitutto si parte da una considerazione base: i tre templi, l’area archeologica e il museo rappresentano la punta di diamante del territorio. La chiusura al traffico della strada che divide in due la città antica non è più rinviabile. L’area interna alle mura deve essere protetta da eventi, sia pure provvisori, come fiere, bancarelle, autobus e spettacoli che rappresentano una inutile e retorica cornice intorno alla centralità della città sacra del dorico. -stando anche l’art. 4 D.L. 83/2014 del c.d. art bonus per il decoro dei siti (Decreto cultura)-
Il pubblico e i turisti hanno, nella città antica, un’offerta, quella dell’area archeologica, appunto, che deve e può camminare da sola; semmai occorre rafforzare l’offerta culturale, migliorando la qualità dei servizi, la manutenzione e programmando eventi in sintonia con la specificità dei luoghi.
Il Parco Archeologico, deve diventare l’elemento primario della proposta culturale, pertanto, occorre decentrare ogni attività ludica, musicale, di intrattenimento al di fuori delle mura per incentivare la conoscenza dell’intero territorio nel rispetto della storia di Capaccio-Paestum.
I turisti, i visitatori, i cittadini, attraverso un percorso ragionato, in linea con il redigendo PUC, devono poter vivere e conoscere le varie zone del territorio e le emergenze culturali presenti.
Capaccio capoluogo, Capaccio Scalo, il Museo Narrante, i borghi della Riforma Agraria: Gromola e Spinazzo, i borghi marini: Torre di Mare e Laura, le contrade Capo di Fiume, Ponte Barizzo, Cafasso, Santa Venera, Capaccio Vecchia rappresentano la linfa vitale di Capaccio-Paestum e non possono essere misconosciuti. È evidente che con il decentramento culturale al di fuori dell’area archeologica, i luoghi su indicati debbano essere ripensati attraverso un ragionato e rispettoso piano che miri soprattutto al miglioramento della qualità della vita degli abitanti delle borgate interessate; partendo dalla viabilità e da una idonea segnaletica, e arrivando ad un piano di interventi coerente che miri a dare una identità alla città nelle sue varie articolazioni. Si deve e si può partendo dalla valorizzazione culturale dei luoghi creare una città reticolare in cui ogni borgata abbia un ruolo e sia un punto di riferimento per le aree circostanti.
PROPOSTE PER IL DECENTRAMENTO CULTURALE
Capaccio capoluogo rappresenta il luogo della memoria, pertanto bisogna valorizzarne il centro storico, potenziare i contenitori culturali già presenti. Operare per superare i localismi asfittici dando il giusto risalto alla valenza dei luoghi. Convegni, mostre, concorso di idee e ipotesi di valorizzazione, un itinerario ricognizione degli edifici, partendo da elaborati, segmenti e lavori già compiuti in materia.
Castello ipotesi di recupero, sia pure parziale, dello stesso. Realizzare un percorso all’interno e all’esterno dei ruderi, idonea segnaletica e una planimetria ragionata del percorso con relativi eventi culturali sul tema. Richiedere all’Università di Salerno i materiali di archeologia medievale curati da Nicola Cilento e Paolo Peduto per realizzare un antiquarium attualmente nella disponibilità del Laboratorio di archeologia medievale Nicola Cilento dell’Università di Salerno.
Gromola, Museo Narrante, Heraion premesso che occorre urgentemente una segnaletica adeguata per la valorizzazione del sito, prescindendo dalla momentanea indisponibilità del museo, si può intanto ragionare sull’utilizzo dello spazio/parco adiacente nonché procedere al riordino urbano e all’arredo dello stesso per realizzarvi una fiera dell’agricoltura, convegni sulla ruralità. La piazza del borgo può essere utilizzata per concerti. Occorre valutare la fattibilità per la realizzazione di un museo della flora e della fauna nei locali inutilizzati del Consorzio di Bonifica nei pressi del Sele. Prevedere un percorso in barca che da Foce Sele arrivi all’Oasi di Persano.
Capaccio Scalo anziché attardarsi in superflue e fuorvianti discussioni sul nome, deve costituire il centro commerciale naturale del territorio.
I contenitori vuoti: l’ex Cirio e il Tabacchificio del Cafasso. La Cirio, già di proprietà pubblica, va recuperata per eventi e mostre. Il Tabacchificio del Cafasso dovrebbe essere acquisito e recuperato in modo da divenire il vero polo culturale stabile e definitivo della città.
Il litorale e le borgate marine Paestum, è una città di mare? Purtroppo non lo è, a parte la disordinata kermesse estiva concentrata nei mesi di luglio e agosto che privilegia il binomio lidi/ristoranti sul mare e spettacoli/concerti. Per il resto dell’anno la fascia costiera vive in uno stato di degrado e abbandono ed è finanche rischioso frequentarla. Una rinaturalizzazione della fascia costiera che punti sulle valenze ambientali presenti e un riassetto complessivo della stessa costituiscono elementi imprescindibili per stabilire un reale rapporto tra le borgate e il mare.
Riteniamo che l’Amministrazione Comunale debba impegnarsi a far sì che le cupole da installazione provvisoria non diventino -proroga dopo proroga- installazione definitiva. Partendo proprio dalla delocalizzazione delle tre cupole si cominci a invertire la tendenza che vede sempre più l’area archeologica catalizzatore di ogni genere di eventi immaginando invece tutto il territorio coinvolto in piacevoli avvenimenti di socialità.
Con questi primi appunti-spunti Legambiente e l’Archivio Laboratorio di Paestum invitano le associazioni, gli operatori culturali, gli imprenditori, i portatori di interessi collettivi, le Istituzioni ad aprire un confronto sul tema delle assenze e delle presenze nel nostro territorio.
Archivio laboratorio