“È assurdo pensare che chi protesta non si dà da fare per nomine immediate e non politiche”. Lo afferma un amareggiato Peppe Tarallo, già presidente del parco nazionale Cilento, Diano Alburni a seguito di proteste e passi indietro avvenuti in questi giorni da parte di qualche amministrazione in contrasto con l’ente. In rete spopolano le foto di una sede, quella dei Montisani, dove sarebbe dovuto sorgere il provvidenziale centro per la Biodiversità, invasa dall’umido, dall’acqua ma anche da rifiuti e calcinacci. Monumento decrepito anche se da poco riconsegnato al personale. Palazzo Mainenti, riinaugurato anch’esso da poco, rimane una cattedrale senza celebranti senza che nessuno la visiti più. Intanto latita ancora la presidenza dei sindaci, in attesa, forse delle votazione regionale, e delle partite localistiche conseguenti. Poco cambia, quindi dalla solita routine, mentre il “santino” di Angelo Vassallo viene portato di qua e di la, a seconda delle esigenze, Tarallo, ricorda la storia dell’ente e ne traccia un bilancio non a tinte chiare. Perché è importante ricordare marzo? “Il 18 marzo 1989 si riuniva e costituiva ad Agnone Cilento il Comitato Promotore del Parco del Cilento. Oltre al sottoscritto che ospitò e organizzò ‘l’evento’, parteciparono Fulco Pratesi, Grazia Francescato, Franco Tassi, Giampiero Indelli, Antonio Canu, Rocco Perna, Luciano Mauro ed altri ancora. Il Comitato ebbe un ruolo importante ai fini delle proposte di legge sul nostro Parco in particolare e sulle aree protette in generale e svolse numerose attività, iniziative e campagne a questo scopo. Ma i tempi sono cambiati da allora, montano proteste a iosa da parte di alcuni comuni Oggi che il nostro Parco viene messo in discussione, urge riprendere una riflessione e rilanciare un’azione rigenerativa con proposte e indicazioni che tengano conto delle reali criticità che interessano la gestione delle aree protette e della nostra in particolare. Quali quindi le priorità? La prima cosa che dovremmo essere capaci di fare è di sollecitare la nomina del Presidente e dei suoi organi (consiglio direttivo e giunta;e presidente della Comunità dell’ Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ) subito, senza aspettare le elezioni che peraltro si terranno a fine maggio e con l’estate alle porte. La politica fa sempre la sua parte? Certo. Per questo è opportuno sottrarre l’ente al dominio politico e alla concezione di ‘spoil system’ che vede gli enti come i parchi ridotti a bottino di guerra di chi vince le elezioni e governa: gli enti Parco devono godere dell’autonomia necessaria che li metta in grado di operare secondo la propria mission che la legge istitutiva assegna loro evitando il rischio sempre più concreto di trasformarsi in carrozzoni politico-clientelari. Quale strategia adottare allora? Potremmo cogliere l’occasione dei 20 anni del DPR che istituì la nostra area protetta insieme ad altre con le relative perimetrazioni e norme di salvaguardia per una o più giornate da dedicare ai temi della gestione e delle criticità gestionali e ai temi che sono stati sollevati in questo periodo, anche al fine di sottrarle alla strumentalizzazione politica in vista della ormai imminente scadenza elettorale. Si rimette in gioco quindi? Personalmente mi farò carico di preparare una bozza di punti programmatici e di discussione per avviare un serio ed impegnativo confronto che porti al superamento e spero alla soluzione delle questioni aperte o sollevate e serva soprattutto a rilanciare l’azione del Parco e della partecipazione popolare.
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