di Moncil Ai tempi delle persecuzioni degli Ebrei e delle leggi razziali furono in tanti a girarsi dall’altra parte per non vedere. Ancora di più furono quelli che non seppero capire l’entità della catastrofe umanitaria che si consumò. A parziale giustificazione di quegli atteggiamenti sono state addotte motivazioni quasi sempre pretestuose suffragate dalla pretesa impossibilità di informarsi visto che i mezzi di informazione erano controllati dai regimi totalitari. Perfino la Chiesa e il Papa si fecero scudo con queste argomentazioni. Gli Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna accolsero tutti quelli che riuscirono a fuggire: il numero fu elevato e non suscitò proteste né furono eretti muri o reticolati. Oggi, il disastro umanitario di gente che fugge dalla guerra, dalla fame e dalle persecuzioni si svolge sotto gli occhi di tutti noi, perfino in diretta. Ma le reazioni dell’Europa e dei suoi civilissimi abitanti è diventato un tormentone quotidiano: non possiamo accoglierli tutti, aiutiamoli a casa loro, fermiamoli sull’altra sponda, ecc … Il Papa e la Chiesa, però, questa volta non sono silenziosi. Anzi invitano i preti e i vescovi a scendere in campo a dare l’esempio. Anche alcuni politici tentano di farsi parte attiva di fronte al fenomeno epocale che ci “invade” e mette a dura prova la nostra “umanità”. Il resto è una gara a chi la spara più grossa: bombe sui gommoni, muri sempre più lunghi e frontiere di nuovo più chiuse. Verrebbe da dire che se il nazismo è il fascismo invece di perdere tempo a rastrellare, trasportare, imprigionare e incenerire milioni di bambini, donne, anziani e uomini per concentrarli i una quindicina di campi per mettere in pratica la “soluzione finale”. Sarebbe bastato che li avessero caricati su navi, aerei per mandarli negli stati democratici e civili fino a farli pentire di esserlo…
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