L’Ape Volontaria scalda i motori. Palazzo Chigi ha diffuso questa mattina alcune ulteriori indicazioni sull’anticipo pensionistico per i lavoratori ultra63enni che dovrebbe partire nelle prossime ore. Il documento conferma che l’Ape volontaria sarà accessibile a coloro che hanno compiuto 63 anni e ai quali mancano non più di tre anni e sette mesi alla pensione di vecchiaia, potendo vantare almeno 20 anni di contributi.
E che per effetto della recente legge di bilancio l’operazione anticipo durerà sino al 31 dicembre 2019 coinvolgendo, pertanto, anche la classe dei nati nel 1956. Occorre – tra l’altro – ricordare che la misura si rivolgerà esclusivamente ai lavoratori iscritti presso le forme di previdenza pubbliche obbligatorie (dunque restano fuori i liberi professionisti come avvocati, medici, architetti, eccetera).
A garanzia del lavoratore, per evitare un suo eccessivo indebitamento, il valore di Ape richiesto non può generare una rata di ammortamento che, sottratta alla pensione, riduca il reddito disponibile del richiedente al di sotto di 710 euro circa (1,4 pensione minima) e/o che sommata ad altri debiti rateizzati, incidenti nel periodo della pensione, superi il 30% della pensione maturata.
I costi per i pensionandi
Palazzo Chigi fa anche un paio di i conti circa i costi e la convenienza dell’Ape. Il tasso di interesse applicato al prestito sarà fissato al momento della domanda di Ape e non si modifica per tutta la durata del prestito. Per i nuovi prestiti, il tasso di interesse sarà calcolato ogni due mesi sulla base di una formula che considera i rendimenti dei titoli di stato a lunga scadenza. Così a partire da febbraio 2018, il TAN è pari a 2,938% per il periodo di ammortamento (ed a 2,838% per il periodo di erogazione) mentre chi aderirà da aprile sarà soggetto ad un nuovo tasso di interesse. Il premio assicurativo non sarà fisso ma tiene conto dell’età del richiedente al momento dell’erogazione del prestito (ma non delle sue condizioni di salute) a seconda di quanto stabilito dall’accordo quadro (la forchetta oscilla intorno al 30% del capitale assicurato).
E’ prevista una commissione per il fondo di garanzia pari all’1,6 % del totale del prestito erogato. La commissione è versata dalla banca all’INPS, in qualità di gestore del fondo, per conto del richiedente e rientra nel totale del prestito erogato dalla banca al richiedente.
Rate di ammortamento
Altro dettaglio da tenere in considerazione, come si era già anticipato da PensioniOggi, riguarda la rata di ammortamento del prestito ventennale, che sarà pari a 12 mensilità annue per un totale di 240 rate (12×20).
Dunque non ci sarà alcuna decurtazione della tredicesima mensilità di pensione (e, eventualmente, della quattordicesima). Ciò a differenza di quanto stabilito dall’Inps in un primo tempo. L’istituto aveva indicato che anche la tredicesima sarebbe stata oggetto di riduzione. Ma tecnicamente questa operazione non era possibile perchè avrebbe fatto sballare il piano di ammortamento.
L’operazione viene incentivata fiscalmente con il riconoscimento di un credito d’imposta pari alla metà del totale degli interessi e del premio assicurativo, corrisposto a partire dal rimborso del prestito pro – quota su ogni rata di ammortamento. Il credito sarà riconosciuto direttamente dall’Inps mensilmente in occasione del prelievo della rata di ammortamento sulla pensione.
Complessivamente chiedere un anno di anticipo al massimo della cifra richiedibile risulterà pari a circa il 4,5% della pensione netta. Tenendo conto del fattore rivalutazione dei trattamenti pensionistici, del peso della rata di restituzione comprensiva di capitale ed interessi al netto della detrazione riconosciuta dallo stato. Siamo dunque piuttosto in linea con le tante indicazioni fornite tempo fa su questo portale. L’Inps dovrebbe a breve pubblicare la circolare applicativa, un simulatore ad hoc, e l’applicativo per produrre le domande.
I primi assegni arriveranno in estate
Resta ora da comprendere quante persone aderiranno al prestito e i tempi per la corresponsione degli anticipi. Che non saranno brevi. Gli interessati dovranno, infatti, prima chiedere all’Inps la certificazione del possesso dei requisiti per l’Ape volontaria (l’istituto avrà 60 gg per rilasciarla).
Una volta ottenuta l’interessato potrà fare domanda di Ape scegliendo l’importo e la durata del prestito. Si sceglie anche la banca erogatrice e l’impresa di assicurazione tra quelle che hanno aderito all’accordo quadro.
Se la banca e l’assicurazione accoglieranno la domanda l’operazione sarà conclusa. La comunicazione dovrà pervenire entro un mese dalla richiesta. A questo punto l’interessato inizierà a conseguire il prestito in forma mensile. Questo a partire dal terzo mese successivo alla data della domanda di Ape (la prima erogazione consiste in tre quote mensili).
Considerando questi tempi, quindi, difficilmente prima di Agosto si otterranno concretamente i primi denari. E ci saranno difficoltà per coloro che volessero chiedere gli arretrati maturati dal 1° maggio 2017.
Questi soggetti, secondo quanto stabilito dal DPCM 150/2017 dovranno produrre domanda di Ape entro il 18 Aprile 2018. Una data alla quale l’Inps potrebbe non aver ancora prodotto la certificazione vanificando, pertanto, tale facoltà.
Fonte: Lente Pubblica