L’area protetta è “prigioniera” di un destino avaro che la rende irrilevante nemmeno quando viene approvato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che si basa soprattutto su un futuro “verde” che nell’area parco è già una “realtà”.
Da un anno è scaduto il mandato di Tommaso Pellegrino a presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA); anche il consiglio direttivo si trova nelle stesse condizioni di prorogatio a causa della pandemia dovuta al Covid19!
All’orizzonte non si vede nulla che possa far intendere che il nuovo presidente stia per arrivare. Per la verità, gli anni sono quasi due in quanto sembrava che con l’elezione di Pellegrino a consigliere regionale il cambio alla guida veniva data per scontata; ma questo non è stato, privando l’ente di della possibilità di avere una guida in grado di garantire una presenza costante sia sulla plancia di comando di palazzo Mainenti sia sul territorio. La stessa situazione vale per il consiglio direttivo …
Alla scadenza ci si aspettava che i “poteri” sostanziali potessero essere spostati in capo al vice presidente in carica Cono De Lia, sindaco di Morigerati, ma anche questa “via di mezzo” è stata chiusa al traffico. Le stesse candidature dello stesso De Lia e di Giuseppe Cilento, sindaco di San Mauro Cilento, sono cadute senza fare nessun “rumore”.
Il demerito di quanto accade è, ovviamente, del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, e di Roberto Cingolani, ministro dell’ambiente, che avrebbero dovuto concordare il nome del successore di Pellegrino, ma non hanno trovato il tempo di parlarsi per decidere.
Inoltre, la Comunità del Parco, composta dai sindaci dei comuni compresi nel perimetro dell’area protetta, già afona durante l’espletamento del mandato di questo come di altri presidenti che l’hanno preceduto, non ha battuto ciglio né per bocca del suo presidente, Salvatore Iannuzzi, né per i suoi consiglieri.
Evidentemente, l’area protetta più grande d’Europa, se si considerano anche le due aree marine protette, è del tutto irrilevante sia sotto l’aspetto economico, sia sotto l’aspetto politico che può essere lasciata sul bagnasciuga istituzionale in attesa che lo sciabordio del “mare” non diventi un maremoto che costringa tutti ad accorrere per tentare di rianimarlo.
Per la verità, il presidente non manca occasione per inviare comunicati stampa per informare testimoniare che l’ente che presiede è vivo e prende iniziative e raccoglie finanziamenti:
La nomina del Prof. Antonio De Cristofaro a capo della task force per salvaguardare gli insetti impollinatori
(https://www.unicosettimanale.it/news/attualita/1079813/la-salvaguardia-degli-insetti-impollinatori)
Alcune località del parco inserite nel calendario della Società Sportiva Calcio Napoli (SSCN)
11 milioni di Euro per il territorio del Parco! (https://www.unicosettimanale.it/news/sanita/1068782/scorrimento-graduatorie-psr-regione-campania)
l’ultima è l’adesione del parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni aderisce a ‘Città dell’Olio’ sotto il “patrocinio” della Dieta Mediterranea con “L’obiettivo di tutelare e di sostenere le produzioni di altissima qualità di cui il nostro Territorio è particolarmente ricco. Lo scopo è promuovere la conoscenza dei territori a vocazione olivicola come l’Area protetta e costruire le giuste sinergie con altre ‘Città dell’olio’ attraverso l’interazione di esperienze diverse, per un proficuo scambio di buone pratiche.”
Sul sito www.unicosettimanale.it si possono trovare decine di comunicati “spot” tutti rivoli più all’esterno che all’interno del territorio che dovrebbe valorizzare … così facendo, ci dispiace dirlo, si allenta sempre di più il legame, già esile, che in oltre vent’anni di esistenza in vita tra il Parco e i cittadini che lo abitano.
Se consideriamo che lo stile di vita di chi vive nell’area protetta è l’essenza stessa della Dieta Mediterranea codificata da Angel Kiss, trascurare di implementare la comunicazione diretta a chi vive sul territorio è un errore imperdonabile perché difficilmente recuperabile.
Inoltre, a dimostrazione del fatto che l’ente si trova a gestire risorse ingenti destinate al territorio senza che chi vi abita non ne senta il “sapore”, c’è il sostanziale disinteresse da parte di chi aspira ad amministrare i comuni. Infatti, nei programmi elettorali dei candidati sindaci (vecchi e nuovi), per quel che valgono) l’area protetta trova spazio solo formale come un orpello di cui non si può fare a meno.
Vale la pena ricordare l’annoso problema irrisolto della messa a reddito di investimenti per acquisizioni, ristrutturazioni di immobili direttamente di proprietà dell’ente dati in concessione d’uso ei comuni per molti dei quali si pagano ancora le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria senza vederli messi a reddito se non che in pochi casi.
Infine, nel 2020 il prof. Domenico Moccia, dell’università Federico II di Napoli, incaricato dall’ente di redigere il nuovo Piano del Parco, ha illustrato le sue proposte di revisione del Piano del Parco in un’assemblea pubblica convocata nel Centro per la Biodiversità di Montisani a Vallo della Lucania, a parte pochi addetti ai lavori, l’opinione pubblica è rimasta all’oscuro; né sul sito dell’ente si trova traccia della versione definitiva né dello stato dell’arte.
Non possiamo prevedere chi sarà il nuovo presidente dell’ente, tantomeno chi saranno i consiglieri che saranno scelti per accompagnarlo nel suo incarico … ma il nuovo designato dovrà fin da subito prendere consapevolezza che, questa volta, per tentare un recupero di “consenso” nel territorio e “operatività” nella gestione, sarà necessario che assuma l’impegno di voler lavorare a tempo pieno, Si tratta di ridare un’anima all’idea che portò circa 80 comuni a delegare parte della loro sovranità sulla vita (umana, animale e vegetale) che ancora persiste nell’area protetta grande quanto una regione ma “prigioniera” di un destino avaro che la rende irrilevante nemmeno quando viene approvato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che si basa soprattutto su un futuro “verde” che nell’area parco è già una “realtà” da far valere e mettere a reddito.