Di Bartolo Scandizzo
Ho seguito Tommaso Pellegrino, neo presidente del Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni, in tre pubblici incontri: alla Certosa di Padula, alle Grotte di Pertosa e a Contursi terme.
La prima, in occasione dei 130 anni dalla fondazione del Circolo Carlo Alberto, la seconda per l’inaugurazione del Museo del suolo e la terza per sottoscrivere l’adesione alla Antica Lucania Onlus.
Devo dire che in tutte e tre le occasioni mi ha sorpreso positivamente sia per l’atteggiamento di apertura verso quanti lo hanno avvicinato e interpellato in merito ad ogni sorta di motivo, sia per la consapevolezza dei problemi che ha di fronte, sia per le priorità che ha individuato per rivitalizzare il cammino tracciato verso la formazione di una sempre più condivisa identità delle genti e del territorio dell’area parco.
Il decremento demografico si combatte con una nuova stagione di sviluppo sostenibile che consolidi le innumerevoli piccole imprese turistiche e agricole sorte e faccia crescere la capacità di attrazione per chiunque voglia tornare o venire a godere dello “stile di vita” consacrato dall’UNESCO quale patrimonio mondiale. La “Dieta Mediterranea”, patrimonio di tutto il Meridione d’Italia e dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, trovi nel Parco il soggetto capace di coordinare
Riconquistare simpatie e sostegno all’idea PARCO affrontando con raziocinio e determinazione il problema degli ungulati e dello sportello unico per il vaglio delle pratiche abbattendo i tempi di attesa.
Porsi come punto di riferimento alla dei suoi colleghi sindaci del parco al fine di ridare loro un ruolo centrale nelle scelte strategiche a partire da un’articolazione più funzionale della Comunità del Parco.
Consolidare il ruolo di leader tra le aree protette italiane nel consesso internazionale dove siedono quelle più riconosciute nel mondo.
Individuare soluzioni concrete per mettere a reddito i “beni del parco” individuando per ognuno di essi e specifici progetti coerenti con i territori dove sono ubicati richiamando i sindaci alle porte responsabilità: sono loro che li hanno pretesi dall’ente come “pegni” economici.
Pellegrino ha molto da fare è tanto da dire per cambiare “verso” alla china di indifferenza e disfattismo alimentata dalla ventata populista che scuote alle radici l’albero piantato da chi si impegno per la creazione dell’area protetta. Ma se avrà l’intelligenza di saper discernere tra i buoni e il bello cresciuto dalla “gramigna” potrà intestarsi il merito di essere stato capace di pilotare la nave fuori dalle secche e lontano dagli scogli.