La sindrome della Capanna o del Prigioniero, ci dice che stavamo meglio chiusi in casa. Non tutti abbiamo voglia di tornare a vivere. E’ una reazione sociale normale perché effettivamente nel nostro rifugio domestico ci sentivamo sicuri. Ora, invece, fuori dalla porta troviamo disorientamento sociale, forse perché il virus è ancora presente. Ovviamente non possiamo parlare di ritorno alla normalità viste anche le limitazioni sulle distanze fisiche, l’uso delle mascherine e tutte le procedure di sicurezza. Ma al di fuori del fatto che non possiamo riabbracciarci, questa resta comunque una situazione senza precedenti.
Sociologi Ans Lombardia.