La sera in cui Pasquale Marino scende ufficialmente in campo come candidato a sindaco della città dei templi è circondato dall’affetto di parenti e amici di lungo corso.
A cominciare da Gaetano Fasolino, continuando con Paolo Paolino e finendo con Pasquale Silenzio tutti seduti in prima fila di fianco alla moglie Angela che con una certa apprensione accompagna con ampi cenni della testa i passaggi del discorso preparato per l’occasione.
Insieme alla moglie, anche i nipoti, i figli e molti ex consiglieri che nella lunga stagione politica che lo ha visto protagonista gli sono stati al fianco ed anche impegnati con altri candidati che lo hanno combattuto. Infatti, al suo ennesimo debutto sulla scena politica capaccese è accarezzato dagli sguardi di vecchi compagniavversari del tempo che fu: Gaetano Fasolino, Paolo Paolino e Pasquale Silenzio
Oltre a quelli che c’erano, si son fatti notare per la loro assenza i tanti che lo hanno accompagnato Marino nelle sue vicende politiche e che saranno passati velocemente davanti ai suoi occhi.
Sui sette fogli in cui è scritto il discorso di presentazione della candidatura, il candidato ribadisce molte delle promesse elettorali, sempre le stesse, tese a dare soluzione agli annosi problemi che attanagliano Capaccio Paestum.
Ma l’anziano combattente si scalda soprattutto nel richiamare i Capaccesi a raccolta per difendere la loro “capaccesità” rigettando lo straniero che, ancora una volta, bussa alle porte: Franco Alfieri. Dimentica di dire, però, che anche lui non ha fatto mancare il suo appoggio a Franco Palumbo, da Giungano, nella sua ascesa a palazzo di Città.
Pasquale si commuove quando ringrazia la moglie per il continuo e indispensabile accompagnamento delle sue battaglie politiche combattute durante gli oltre 50 anni di carriera politica.
Le facce dei presenti che riempiono la sala della sede elettorale sono da un lato meravigliate per la vitalità che sprigiona il candidato ottuagenario e dall’altro si interrogano sulle effettive possibilità dell’amico di poter reggere l’impegno fisico, prima che mentale che comporta una campagna elettorale lunga e complessa.
Pasquale chiama ad uno ad uno le persone che sono o che vorrebbe al suo fianco impegnate in prima persona e li esorta a gettare, come fa lui, il cuore oltre la siepe e scendere in campo con lui per una battaglia che si preannuncia senza esclusione di colpi.
D’altro canto l’uomo ha dalla sua più di una “resurrezione” ed ha intuito politico per sfruttare ogni possibile defezione di altri concorrenti scesi in pista.
Infatti, non sono pochi i “portatori d’acqua” in attesa di decidere su quale cavallo puntare e a quale delle infinite liste, che per il momento hanno solo il simbolo sui manifesti, riversare i voti che hanno in dote. Sono loro che con le loro scelte decreteranno le effettive possibilità dei potenziali sindaci già scesi in campo di continuare a correre per vedere il proprio nome sulle schede che alla fine farà stampare la prefettura di Salerno.
Ma questa è tutta un’altra storia che avremo tempo di raccontare …
Intanto, “il sindaco della gente” è in pista ed è deciso a giocarsela fino in fondo consapevole che non ha nulla da perdere se non quello che avrebbe potuto passare in pantofole davanti alla TV a mangiarsi le mani per non averci, ancora una volta, provato.