Conoscevo Pasquale Leone titolare del negozio posizionato al trivio di Serra di Roccadaspide posto in cima agli 8 tornanti che da Fonte portano in quota collinare tutti quelli che intendono risalire alla Valle del Calore.
L’attività era situata sotto la sua abitazione sul ramo che porta e arriva da Albanella.
Zio Pasquale, come confidenzialmente lo chiamavo anch’io che frequento Serra da quando Antonella e Gennaro, che abitano di fronte, si sono fidanzati e poi sposati.
Non vivendo in quella contrada, poche volte sono entrato nel negozio per acquistare qualcosa. Ma ho sempre ammirato la scrupolosità con cui teneva in ordine ogni cosa, la gentilezza che usava nell’accogliere ogni cliente, la metodica andatura di chi ha tempo da spendere nella cura dei rapporti interpersonali, il sorriso accattivante di un uomo che guardava il mondo da un punto di vista superiore, non per iattanza, ma solo perché gli veniva spontaneo.
Questo suo atteggiamento da “lord” inglese si evidenziava ancora di più quando veniva messo a confronto con la spontanea e “ciarliera” compagna di vita che è stata sua moglie Lina che dimostra tutta la voglia di vivere e di essere interessata ad ogni cosa: soprattutto a chiunque entra nel suo raggio d’azione.
Lina è stata per Pasquale il completamento di se stesso, il braccio che si stendeva verso gli altri per raccogliere e fornire informazioni, la compagna che teneva vivi i rapporti sociali e parentali, la donna che dava del “tu” ai clienti e alla comunità in cui hanno vissuto da sempre.
Un pensiero di vicinanza va ai suoi due figli, Rosanna e Nicola, a Donato e alla carissima Anna che ci ha preceduti lì dove tutti andremo a finire.
Con loro io e Gina insieme a Gennaro e Antonella, Giovanna e Cosimo, Zio Carmine e zia Rosa, i miei compianti suoceri Maria e Peppino abbiamo condiviso momenti felici e sofferto per le disavventure della vita. Non posso non ricordare l’affetto, ricambiato, per la carissima Chiara che ho visto nascere e crescere come uno splendido fiore, oggi donna e moglie.
Per tutti Pasquale ha donato un’esistenza serena, ha costruito per loro un mondo migliore da come lo aveva trovato quando è venuto al mondo, ha riempito con un’ancora di concretezza i tanti vuoti che esistono riserve ad ognuno di noi…
Il vuoto che lascia nella sua famiglia può essere parzialmente colmato con i dolci ricordi che i suoi familiari potranno richiamare alla mente nei momenti di sconforto. Così come la contrada in cui ha vissuto con sobria presenza non potrà fare meno di rendere omaggio all’uomo che ha saputo distinguersi non per quello che ha costruito in termini materiali ma per ciò che si sentiva di essere nel profondo dell’anima sua.