La signora Maria Grazia Della Bianca è un’imprenditrice, nata nel nord Italia che si è trasferita nella nostra zona trent’anni fa per creare un’impresa. Oggi è a capo di un’azienda che produce attrezzature per l’edilizia. Le sue doti sono la perseveranza, la prudenza e la razionalità che abbinate ad un pizzico di sacrificio l’hanno portata a diventare l’unica donna in Italia che opera in questo settore. Incontrarla è stato per me molto importante perché ero curiosa di vedere da vicino una donna capace di sfatare un mito e di entrare in competizione in un mercato dove la prerogativa è soprattutto maschile. Cordiale e disponibile, ma anche un po’ incuriosita sul perché il nostro giornale si interessava a lei.
Si presenti ai nostri lettori.
Mi chiamo Maria Grazia Della Bianca, sono nata in Lombardia, in provincia di Pavia e sono ventotto anni che vivo qui, nel comune di Eboli.
Ci parli della sua azienda.
Dopo poco tempo che abitavo qui, ho costituito, con un socio di Battipaglia la prima azienda. “La Carpedil”, in seguito sono nate poi altre due aziende più piccole, che ancora oggi fanno parte dello stesso gruppo. La Carpedil resta comunque l’azienda principale, la prima, sorta nel mese di marzo del 1974.
Cosa produce e per chi?
E’ un’azienda che produce attrezzature per l’edilizia. Ha un mercato nazionale e come territorio ricopre dalla Toscana in giù, compreso le Isole. E’ una delle più vecchie in Italia ed è riconosciuta tra le più serie del settore soprattutto per la qualità del prodotto. Facciamo parte della C.A.I. del gruppo ponteggiatori. La C.A.I. di Milano raggruppa le aziende del settore dell’acciaio, della lavorazione dell’acciaio e in particolare del settore ponteggiatori ed è un gruppo molto forte a cui partecipano solo le aziende esperte del settore, per la maggiore parte operanti nel Nord. La Carpedil è conosciuta soprattutto per i ponteggio prefabbricati, che è l’articolo principale che produce, anche se fa altre produzioni, sempre nel settore delle attrezzature puntelli posta-cantieri, prefabbricati, container, sempre per cantieri edili insomma.
Quante strutture ci sono nella zona che appartengono al gruppo?
Nella zona abbiamo tre stabilimenti che appartengono al gruppo; questo della Carpedil a Santa Cecilia di Eboli; poi ce n’è uno a Cicerale ed uno a Battipaglia. Le tre aziende fanno parte dello stesso gruppo anche se organizzate in modo autonomo. La Carpedil è la capogruppo perché è l’azienda più grossa e le altre società lavorano per la Carpedil.
Quanti dipendenti ha? Da dove provengono?
Attualmente, nelle tre società occupiamo 115 dipendenti, compresi i lavoratori interinali. Non sono certamente pochi! Sono tutti di queste zone, dei paesi vicini; Battipaglia, Eboli, Capaccio, Roccadaspide, Albanella, Pontecagnano… e comunque tutti della Provincia di Salerno. Sono persone in gamba, gran lavoratori e ottime menti. Li voglio tutti bene.
Ci sono progetti di ulteriore sviluppo?
I progetti ci sono, crediamo che il mercato sia in una fase di espansione, questa è la previsione ed è anche la nostra impressione. Di conseguenza noi attueremo uno sviluppo sempre in relazione a quelle che sono le esigenze di mercato. Bisogna, però, anche essere prudenti. Lo sviluppo in senso tecnologico c’è in continuazione; in senso di ampliamento c’è quando il mercato è in forte sviluppo e quindi si richiede una maggiore quantità di prodotto e, di conseguenza, dobbiamo anche avere locali più ampi, stabilimenti più idonei. Lo stabilimento di Battipaglia lo abbiamo finito tre anni fa ed è stato attivato da poco.
Lei è una donna imprenditrice, il fatto di essere donna le ha causato dei problemi?
Anche se vengo dal nord, non ho avuto difficoltà ad inserirmi tra voi anzi, fatte le debite differenze che sono ovvie e ben conosciute da tutti, devo dire che ho trovato nella gente molta intelligenza, serietà ed onestà e non solo in quelli che lavorano con noi, ma anche in colore che hanno rapporti con l’azienda. Il fatto di essere una “mosca bianca”, soprattutto perché sono l’unica donna in Italia a capo di un’azienda in questo settore, non mi ha creato problemi. Dopo tanti anni, probabilmente, la gente ha imparato a conoscermi, non mi snobba ed ha stima di me.
Come le è venuta l’idea di venire qui ed impiantare un’impresa?
Ero già socia di un’azienda di Brescia, con una piccola quota, che aveva messo uno stabilimento in questa zona. Dopo pochi mesi, con un socio, abbiamo deciso di creare la Carpedil. Era un’azienda più o meno dello stesso settore ma molto più piccola di quella che è ora la Carpedil.
Ma difficoltà ne ha incontrate?
Le difficoltà che ho incontrato sono state e sono quelle che ognuno di noi può trovare sul suo percorso lavorativo; né più né meno di quelle che ha potuto incontrare un uomo, non ho mai subito discriminazione. Ci può essere, alle volte, un astio maggiore da parte di un concorrente, che ritengo, detto tra virgolette, poco intelligente, in quanto concorrente e in quanto io donna, e allora in questo si manifesta. Ma io intanto vado per la mia strada. Sono convinta che, a priori, non si dica più: non è valida perché è una donna. Prima di tutto si vuole capire con chi si ha a che fare, ormai i tempi sono maturi per questo.
Lei viene dal Nord ed è riuscita ad impiantare un’azienda al Sud e a farla prosperare. E’ una dei pochi che è riuscita ad avere successo. Qual è stato il “segreto”?
Ma io non ho segreti, e se devo proprio fare una considerazione sul mio essere, devo dire che mi avvicino molto di più al carattere della gente del sud che non a quella del nord. E poi io ho moltissima fantasia, tra le tante idee che mi vengono, ogni tanto ne metto a frutto qualcuna. In secondo luogo è un’attività che io ho sempre desiderato fare fin da quando ero una ragazzina e andavo ancora a scuola. Io volevo fare l’imprenditore, un’attività dove si affronta il rischio, un rischio ragionato e calcolato, in più mi sono resa disponibile al sacrificio perché volevo ottenere dei risultati.
Si descriva.
Sono una persona perseverante con un minimo di prudenza e tanta razionalità che ama il proprio lavoro ed è disposta anche al sacrifico pur di arrivare.
Cosa ha dovuto sacrificare, a che cosa ha dovuto rinunciare?
Ho dovuto sacrificare molto della mia vita privata, questo è fuori di dubbio, perché io sto in ufficio dalle nove di mattina alle otto di sera, tutti i giorni escluso il sabato a meno che non ci siano delle necessità particolari. Ho sacrificato parte dei miei divertimenti e dei contatti con gli amici.
Lei, tempo fa, ha tentato la carriera politica candidandosi alla Camera. Cosa ricorda di quell’esperienza?
Premesso che tutte le esperienza sono positive, devo dire che io decisi di candidarmi alle politiche del ’95 per fare un piacere ad un amico, che me lo chiese. Quest’amico mi convinse dicendo che la figura di un’imprenditrice donna, perfettamente riuscita nel suo lavoro, non poteva non fare una buona impressione ed io accettai. Volevo poi provare a me stessa che cosa volesse dire parlare ad una platea. Era la cosa che più mi spaventava. Ricordo che aprii la mia campagna elettorale a Capaccio e, in quella occasione, ero particolarmente emozionata e le parole faticavano ad uscire. Il giorno in cui chiusi la campagna elettorale, invece, ero in presenza di molta gente ma l’emozione non c’era più. Anzi, al suo posto c’era un forte desiderio di potere parlare ad un pubblico ancora più vasto, l’esperienza fu senz’altro positiva ed io mi divertii molto.
Come giudica la situazione politica attuale?
Non voglio dare giudizi di carattere politico. Indipendentemente se al governo c’è la destra o la sinistra, io dico che per giudicare c’è bisogno di tempo. Un governo lo si deve giudicare al termine della sua legislatura. Per noi imprenditori è importante la stabilità di governo, quindi non condivido questo infuocato del muro contro muro. Il conflitto non ci mette in condizione di lavorare in maniera serena. Nel campo degli investimenti si rischia continuamente perché se il governo tentenna, anche il mercato vacilla.
Da imprenditrice cosa chiede agli amministratori locali?
Da imprenditrice al politico locale chiedo maggiore chiarezza e non continue promesse al vento. Se una cosa si può fare, la risposta deve essere “sì”. Se invece non si può fare allora si dica “no”, ma con chiarezza e non si prenda in giro la gente.
Ad una donna che volesse avviarsi all’attività di imprenditrice, lei che consigli si sente di dare?
Non mi sento di dare consigli, perché ritengo che ognuno di noi ha una propria testa per pensare e per agire. L’importante è affrontare il lavoro con decisione e crederci fino in fondo. Poi ognuno dovrà valutare le proprie scelte e affrontarle con onestà e decisione.
Ha qualcosa di aggiungere?
Lavorando al sud ho imparato ad apprezzare le cose belle che ci sono. Un appunto però dobbiamo farlo alla funzionalità dei servizi e alla lentezza burocratica. Sono ancora ostacoli da superare. Qui le cose si ottengono ancora se ci si “raccomanda”, anche le cose più banali diventano difficili da rimuovere. Non è sempre vero affermare che al nord si corre di più e la vita è più frenetica, a me sembra di dovere correre molto di più qui quando devo andare a Salerno per commissioni o per fare spese, perché manca l’efficienza nei servizi.