Chi potrebbe quantificare l’elenco di artisti, scrittori, poeti, che hanno ideato e realizzato immortali opere d’arte ed incancellabili pagine di storie d’amore? Una sequenza infinita di creazioni artistiche, di insegnamenti di vita, in cui i Creativi, nel fluire del tempo, hanno espresso punti di vista sviluppati parallelamente alla evoluzione del pensiero e della tecnologia. Sono varie ‘profonde frazioni’, tanti ‘immensi segmenti’ spazianti dall’amore materno a quello paterno, fraterno, filiale, dal romantico di coppia allo spirituale proiettato verso Dio, c’è il trasporto per la scienza, per l’arte, vi è la benevolenza di Dio nei confronti delle sue creature, esiste l’amore per il Prossimo … Ecco, relativamente a questo ultimo aspetto, possiamo citare Dante e la raffinata corrente letteraria del Dolce Stil Novo celebrante l’amore inquantizzabile verso la Donna, analoga infinità d’amore verso il Prossimo quella attuata da San Francesco d’Assisi. Intorno ad un ipotetico ed equilivellato piano matematico/poetico, l’infinito è stato trattato dal matematico tedesco Georg Cantor (1845-1918, il quale dimostrò, matematicamente, lo straordinario concetto della ‘esistenza di svariati infiniti’) e da Giacomo Leopardi con i suoi ‘interminati spazi e sovrumani silenzi’. L’infinito trasporto verso i libri causato da una sorta di ‘freccia di Cupido’, dardo scagliato dal Libro stesso che giunge dritto al cuore passionale del Lettore: ‘L’uomo con molti libri’, romanzo di Hermann Hesse (che conseguì il Premio Nobel nel 1946),narrante la singolare vicenda di un uomo capace di spendere la propria vita in una stanza, appartato solitario lettore privo di qualunque cognizione del mondo esterno …
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Ma c’è un altro Personaggio, parto della creatività di Gesualdo Bufalino, in grado addirittura di leggere tutti i libri. Uno stranissimo concetto relativo all’Elettronica e coinvolgente l’infinito, è quello relativo ai cosiddetti ‘segnali impulsivi’,che da un valore zero (quindi assenza del segnale) passano istantaneamente ad un valore elevatissimo, teoricamente infinito; analogia di natura calcistica: il calciatore X non tocca un pallone per tutta la gara, poi, con un ‘guizzo infinito’, negli ultimi minuti, X realizza 5 reti… Relativamente alla corrispondenza ‘detto cilentano’/’elaborazione interpretativa da me associata’, ho illustrato alcune espressioni cilentane ; riguardano:il Paradiso Dantesco, la sofferenza,ed il tema del Destino. Per quanto riguarda questo ultimo aspetto, ho interpretato l’adagio: “Hai appiccia’ na cannela a Sant’Antonio”. “Devi accendere, in segno di gratitudine, una candela a Sant’Antonio”. Uno Sguardo Divino protesse, nel 1959, me (avevo 3 anni) e mia sorella Michela (4 anni); ricevemmo una Grazia: rimanemmo miracolosamente illesi giocando dentro ad un armadio, i vetri andarono in mille frantumi a causa della mia ‘estesa’ vivacità’; fummo graziati, uscimmo sanguinanti dall’armadio soltanto con qualche ferita ed escoriazioni. I nostri genitori, increduli, idealmente poi ‘accesero un cero’, portandoci a Pompei. Alcuni anni dopo quell’episodio, scherzosamente diedi a mio padre Luigi (gestore di macelleria e calciatore per diletto) il nomignolo ‘Paperino’: affettuoso termine assonante con ‘Paparino’, ed evocativo delle sue ‘papere calcistiche’ di portiere della compagine Valentino Mazzola di Coperchia. Il proverbio è stato da me illustrato con una foto del nucleo familiare (c’è un altro fratello, Pio) ed un biquadro simboleggiante la duplice natura del Destino.