Di biesse Amilcare Troiano, ex presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo Diano e Alburni (PNCDA), si è sempre vantato (a ragione) del fatto che, insieme ad Angelo Vassallo, allora sindaco di Pollica, riuscirono a far dichiarare comunità emblematica per la Dieta Mediterranea dall’UNESCO Il Cilento e non solo Pioppi. Questo fu fatto in una logica territoriale che tendeva a far emergere il valore intrinseco di una comunità che aveva molte più cose in comune di quante le separassero. Infatti, se si considera il paniere dei prodotti che sono alla base della “Dieta Mediterranea” e gli stili di vita della popolazione che li ha posti, consapevolmente o meno, alla base della sua alimentazione, non poteva essere altrimenti. Pertanto, onore al merito di Troiano e Vassallo che combatterono per diversificare caratterizzare la presenza italiana tra le realtà destinatarie del riconoscimento non un singolo borgo ma l’area parco. In questi anni intercorsi tra il riconoscimento e la data attuale, e soprattutto in occasione di Expo 2015 che aveva come motto “Nutrire il pianeta”, si sono susseguite un’infinità di iniziative tese a divulgare sia sotto l’aspetto scientifico sia sotto quello della comunicazione a scopo turistico e commerciale. I soggetti protagonisti, istituzionali e non, sono stati altrettanti numerosi in quanto ognuno ha preso una strada che, nonostante vari tentativi, non si sono incrociate. Per cui, c’è stata e persiste una grande confusione sotto il “sole” del Mediterraneo e, ancora di più, sulla costa Cilentana! Basta ricordare che l’Osservatorio sulla Dieta Mediterranea insediato in seguito ad una legge regionale con lo scopo di coordinare e mettere in rete proprio i progetti (molti finanziati proprio con fondi regionali) non ha avuto grande fortuna e L’attuale presidente, Vincenzo De Luca, lo praticamente disconosciuto. L’ampia premessa è stata necessaria per giustificare la riflessione ce segue in merito all’argomento … Tommaso Pellegrino, presidente del PNCDA, che con il consiglio si accinge ad approvare il bilancio preventivo dell’ente per il 2016, ha l’onere di riprendere in mano il dossier relativo alla Dieta Mediterranea al fine di fare chiarezza sia relativamente al riconoscimento e al ruolo dell’ente che presiede, ma anche per tentare, insieme alla regione, di mettere ordine si come procedere e coordinare di soggetti portatori d’interesse. Prima di tutto, ci si deve confrontare proprio nell’ambito della comunità del parco che è depositaria delle eccellenze alimentari portati alla ribalta nazionale dai presidi Slow Food, dalle Comunità del cibo e dal Distretto biologico del Cilento. Poi, immaginare un progetto di promozione e divulgazione che coinvolga, oltre alla Dieta Mediterranea, anche gli altri siti patrimonio UNESCO (Paesaggio del PNCDA, Paestum, Velia e Padula). Infine, convocare tutte le università che italiane ed estere al fine di mettere ordine in tutti i settori scientifici che da tempo, anche prima del riconoscimento UNESCO, sull’argomento sia dal punto di vista storico sia da quello prettamente scientifico. Tutti sanno che, al di là delle dichiarazioni e dei proclami, la politica di un ente pubblico e le scelte di un’impresa privata è determinata del suo divenire soprattutto da quello che “dice” il bilancio preventivo, sarebbe opportuno che presidente e consiglio nell’atto di predisposizione del documento di programmazione economica dell’ente non trascurino di intitolare un “capitolo” proprio alla Dieta Mediterranea. Questo per dare un segnale concreto che il tema è un punto fermo delle scelte che si andranno a fare ed evitare che chi ha interessi divergenti si senta autorizzato a fare da sé proprio dalla mancanza di attenzione di chi ha titolo per farlo a ragion veduta.
Aggiungi un commento