Si intensificano gli interventi sul futuro dell’ente parco NCDA. Il fatto è positivo! Vuol dire che l’argomento”tira”.
Infatti, erano anni che non si vedeva o leggeva tanto sulle queswtioni legate all’area protetta.
Sono in tanti ad essersi svegliati dal letargo in cui erano caduti!
La Lav, Lega Antivivisezione Animali, che mette una taglia per chi fornisce informazioni che consentano la scoperta dei responsabili degli abbattimenti di esemplari di fauna selvatica;
I sindaci “briganti” che dopo anni di invettive monocorde (cinghiali da abbattere e sterminare) gridano allo scandalo per l’ennesimo rinvio dell’elezione dei loro rappresentanti (4) nel consiglio direttivo dell’ente;
Legambiente, che pure ha avuto i suoi rappresentanti nel vertice dell’ente per anni, manifesta a difesa del parco davanti al centro per la Biodiversità a Vallo della Lucania.
Le stesse pagine dei giornali, locali, regionali e nazionali, si sono ripopolate di “fatti” di cronaca e politican riferiti al PNCDA negli ultimi tempi;
Perfino la politica si è accorta del deficit di attenzione riversato su un’istituzione diventata, ancora una volta, un’ancora di salvezza nell’oceano di problemi che affliggono il territorio che comprende la quasi totalità della provincia di Salerno a Sud del Sele.
Insomma, i riflettori si sono riaccesi e questo non può fare che bene alle “regione verde” a cominciare dalla struttura burocratica guidata da Angelo De Vita, che da due anni porta sulle spalle, unitamente al commissario, Amilcare Troiano, l’intero peso della non facile gestione dell’ente.
L’appuntamento elettorale regionale, che regolerà molti conti aperti tra i protagonisti della vita politica nella nostra area, può diventare un campo di confronto aperto su come i protagonisti candidati intendono affrontare il rilancio del PNCDA o, peggio, affondare definitivamente le speranze che mossero i fautori della sua istituzione agli inizi degli anni ’90.
Per cui, scrivere l’agenda 2.0 dell’area protetta più grande d’Europa è un imperativo a cui non ci si può sottrarre pena la definitiva decadenza di un’idea che tanta attenzione e risorse ha drenato verso il nostro territorio.
È una responsabilità grande anche per chi (briganti e non) vorrebbe un clamoroso harakiri culturale che porterebbe indietro la lancetta del tempo agli inizi degli anni ’80, perché dovrebbero indicare una ricetta credibile, o almeno più credibile, agli abitanti che qui vivono e anche tutti quelli che ci invidiano il fatto di essere dei privilegiati ad abitare in un mondo ancora per grande parte incontaminato.
Intanto, sarebbe già cosa buona e saggia, darsi un tempo certo per restituire al parco un governo responsabile politicamente: nomina entro giugno del presidente e del consiglio direttivo!
Gli organi di governo appena insediati dovrebbero convocare gli stati generali del PCDA per raccogliere idee e immaginare strategie per i prossimi 5 anni da porre sul tavolo del confronto con cittadini e associazioni portatori di interesse.
A questo punto si potrà scrivere l’agenda 2.0 che vedrà impegnati rappresentanti del potere politico e quello più diffuso della varie categortie sociali che, facendola propria, dovrebbero remare nella stessa direzione: lo sviluppo sostenibile del nostro territorio. Particolare attenzione dovrà essere posta nel far circolare le notizie realtive ad ogni accadimento relativo al PNCDA al fine di non ricadere nell’errore che ha lasciato le vicende legate alla gestione dell’ente in un “limbo” che ha fatto solo male a territorio ed ai suoi abitanti.
E’ un’impresa difficile, ma vale la pena impegnarsi per portarla a termine.