Qual è la difficoltà che hai incontrato per imparare a volare?
Convincere i miei genitori perché avevo tredici anni.
Qual è l’emozione più grande che hai vissuto in volo?
Il primo volo che ho effettuato da solo, poi la seconda emozione è quando ho portato mia madre.
Quindi alla fine si è convinta?
Alla fine si è convinta, ho portato anche diversi parenti, cugini, zii, un po’ tutta la famiglia.
Questo sport è poco conosciuto, ci puoi parlare un po’ dell’aspetto tecnico?
Ti posso assicurare che è uno sport bellissimo, che va a braccetto con l’ecologia, con l’ambiente, contro l’inquinamento, perché qui non abbiamo motore, non abbiamo nessuno scarico, sfruttiamo semplicemente l’aria, o meglio, le correnti ascensionali che sono formate da aria calda, l’aria fredda circostante genera una discendenza.
Ma c’è un età minima o massima per volare?
L’età minima è sedici anni con il consenso di un genitore. Io ero precoce poi già giocavo con l’aquilone, con parapendii insomma ho temporeggiato un po’a stare lì a giocare. Poi mi sono brevettato all’età di 18 anni, come la legge prevede, e sono diventato pilota bipostista già alla tenera età insomma.
Quali misure di sicurezza hanno i tuoi passeggeri?
A parte l’imbracatura, attrezzatura omologata, cinture di sicurezza, moschettoni rinforzati, cuciture super rinforzate, abbiamo anche il paracadute di emergenza, che è paragonabile all’air bag della macchina.
Si può volare anche con un mezzo diverso? Ad esempio un deltaplano.
Sono abilitato solo con questo mezzo però ci sono dei miei colleghi che si occupano anche di gommone volante che sarebbe appunto un deltaplano a motore con gommone, quindi c’ è anche la possibilità di partire proprio dal mare per effettuare un’escursione sui Templi di Paestum, Agropoli e stiamo anche pensando di portare i turisti sulla Costiera Amalfitana. Poi il parasail è un paracadute ascensionale che è attaccato al motoscafo quindi abbiamo un cavo di acciaio. Con due, tre anche quattro persone alla volta. E il motoscafo va avanti, nel mare, ad alta velocità, mentre il paracadute dietro con le persone imbragate sotto, hanno la possibilità di volare sul pelo dell’acqua. Posso preannunciare che tra non molto si aprirà il volo dell’angelo a Trentinara. È uno scenario magnifico, molto panoramico perché la natura si presta molto. E poi ci siamo noi col parapendio! Adriana ma ti posso fare io una domanda adesso? Siccome io so che è la prima volta che tu voli in parapendio, cosa hai provato?
Prima di venire pensavo di avere una fortissima paura, anche perché di solito sui piani alti soffro un po’ di vertigini, ma in realtà non so se sei stato tu a darmi tanta tranquillità, la paura è durata due secondi e poi c’è stata una sensazione di libertà estrema. Penso che questo sport sia da provare.
Sottolineo la parola vertigini, perché posso assicurare a tutti che sul parapendio non si avvertono. È proprio scientificamente provato, è stato studiato. Perché le vertigini si avvertono solo se si ha il contatto con la terra, su un terrazzo per esempio senza il passamano o la ringhiera, si può avere quel senso di cadere, in realtà sul parapendio tutto questo non si avverte perché siamo sospesi nell’aria.
Quanto tempo ci vuole per imparare a volare?
È soggettivo dipende dall’allievo. Solitamente il tempo varia dai due ai sei mesi. Dipende da tre fattori:
- dall’apprendimento dell’allievo;
- dalle condizioni meteo;
- e dalla disposizione della scuola.
Ecco il punto di partenza. Ci stiamo avvicinando.
Questo è il decollo che può fungere anche da atterraggio perché in effetti noi effettuiamo una manovra che si chiama: top landing (dall’inglese top = cima, landing = atterraggio) quindi atterraggio in cima.
Dove ti possono trovare?
Attraverso la pagina facebook che si chiama: Parapendio Tandem Capaccio Paestum.