Nel momento nel quale lo scenario politico capaccese pestano tende a rendersi più intellegibile ai più voglio tornare a una formula/finzione giornalistica, che piuttosto a spanne, tende a misurare quanto di più irrazionale che ci sia – più o meno a due mesi dall’andata alle urne. Ed è l’immagine di quel carciofo che, come è noto qui, vede la possibilità di liberare i vari strati separabili e visibili a occhio nudo.
UNO, DUE A PALUMBO. Di fronte a un avvio di una sua campagna elettorale fatta di aplomb, toni sussiegosi quasi curiali, ricercata distanza dalla polemica corrente, c’è l’emergere di circostanze che mettono in imbarazzo il cavaliere senza paura. Due cose, in particolare, sono emerse in quest’ultima settimana, il maresciallo vuole conservare il potere a Giungano e nel 2012 era tra i supporter pubblici iniziali di Italo Voza. Ha spinto anche lui “a sbagliare a votare”. In buona fede lui e conseguentemente tre capaccesi su 10.
1- Francesco Palumbo viene beccato dai grillini mentre, nella sua Giungano, ha attrezzato un meccanismo giuridico per far restare al potere la sua maggioranza e forse anche lui personalmente. Hanno già il 70% dei voti, potrebbero anche permettersi una nuova campagna elettorale. Invece no, preferisce seguire lo sfortunato schema già visto in azione durante le ultime elezioni regionali, Il sindaco – candidato accende una falsa lite con il suo comune e si fa “sospendere” dalla carica, dopo le elezioni il tutto verrà rimosso e, se non eletto, torna al suo posto o permette al suo vicesindaco di subentrargli. La legge sulle incompatibilità è così aggirata.
2 – Cinque anni fa, il 15 febbraio 2012, Francesco Palumbo, già allora sindaco di Giungano, rivolgeva un endorsement pubblico per il voto a Italo Voza. L’appello è ancora sul sito della società “La comunicazione” e – prevediamo – quanto prima verrà rimosso, da qui la necessità di riproporvelo: “Pertanto, ritengo che l’autorevolezza e l’impostazione del Dott. VOZA possano ridare alla Città dei Templi quel ruolo di capofila dell’intero comprensorio, che la storia ed anche l’UNESCO gli hanno riconosciuto. Inoltre, in un recente incontro, ho potuto constatare di persona che i progetti che saranno messi in campo dall’Amministrazione VOZA sono finalizzati a creare attività propulsive nel settore turistico e agricolo, binomio inscindibile, nonché l’attenzione massima al governo del territorio, creando le opportunità di sviluppo che per troppo tempo sono state negate ad una delle aree più belle del mondo, con immaginabili ricadute economiche ed occupazionali. Per tali motivi, il sottoscritto – unitamente ad un gruppo di amici capaccesi, riteniamo doveroso dare tutto il nostro appoggio ad un medico coraggioso, che si sta adoperando a rinnovare la politica locale, a cui auguriamo che il 6 e 7 maggio p.v. venga eletto, al primo turno, Sindaco di Capaccio-Paestum. Alcuni componenti del nostro gruppo saranno candidati alla carica di Consigliere Comunale, collaborando a comporre una delle liste civiche di Italo Voza. Invito a fare la stessa cosa anche ai tantissimi amici con cui ci siamo confrontati in questi mesi, perché si può servire la propria comunità anche attraverso una candidatura minore e non necessariamente quella a Sindaco, soprattutto in questo momento di grave crisi amministrativa che necessita unità politica e certamente non divisione”.
Che Franco Palumbo segua le orme di Franco Alfieri è un fatto acclarato, l’interpretazione diverge solo tra chi sostiene che c’è la “regia” aperta del politico di Torchiara e chi pensa che il giunganese ne segua solo le tracce in termini di storia ed ispirazione strategica. Io sono di quest’ultima opinione e ne trovo conferma nel passo riportato sopra quando si parla, e apertamente, di “componenti del nostro gruppo” che c’erano già nel 2012. Già da quel momento “in nuce” il maresciallo era spinto da qualcuno verso mire espansionistiche. Finora di nomi ne sono usciti fuori ben pochi, oltre al notissimo Giovanni Piano, Giovanni Cirone, Melania Sannino e Jessica Avagliano. Poi c’è Nino Pagano. In compenso sta cominciando ad entrare un meccanismo di delegittimazione dell’attività amministrativa di Palumbo a Giungano. Per il maresciallo, alla fine della fiera, il gioco varrà davvero la candela? Ai posteri, tra poco più di due mesi, l’ardua sentenza! E non vale la lamentela: “ve la prendete solo con me” visto che pretende di rappresentare quella novità “che spiazza” che è sempre il terreno preferito, oltre che per il fuoco nemico, anche dai soliti gazzettieri incontrollati e incontrollabili.
Poco da dire sul resto. Ancora non si fanno vedere i “cento sindaci” del dottor De Rosa che mancato colpevolmente l’innesto con l’altro medico Gennaro De Caro finora non si presentano sul campo di battaglia in maniera temibile. “La sua”, come si dice sui Giardini di Capaccio capoluogo, sarebbe stata di unire le forze e richiamare in servizio Antonio Martorano. Così non è stato – inutile attribuire le colpe – e ora c’è da resistere onorevolmente solo alle potenti sirene di Voza, Sica e Ragni pronte ad altri arruolamenti – almeno una decina – per prendersi un’area di consensi che se non è ampia può comunque determinare un risultato elettorale che difficilmente esulerà dal derby in due tempi di Voza contro Sica con tutti gli altri chiamati a fare da comprimari.
E Voza, come capiscono pure i politologi da strapaese dei quali faccio parte, deve assolutamente totalizzare la maggioranza assoluta dei voti già al primo turno per sottrarsi allo scontro diretto con il buonista Franco Sica che potrebbe essere più facilitato nel fare incetta dei voti della sinistra come ha già dimostrato portando a sé Franco Tarallo.