“Le ultime vicende legate alla possibile riapertura del carcere di Sala Consilina hanno prodotto, nell’opinione pubblica sconcerto e delusione. Gli incontri che il sindaco di Sala Consilina Francesco Cavallone e il senatore Francesco Castiello hanno avuto a Roma presso il Ministero di Giustizia, nei mesi scorsi, facevano ben sperare per una soluzione positiva della vicenda. Sembrava infatti che fosse stata accolta, da parte dei funzionari, l’ipotesi di un adeguamento strutturale dell’edificio di via Gioberti, con una spesa di circa 200mila euro, la cui copertura è stata garantita, comunque da istituti bancari locali”, inizia così la lettera scritta dall’avvocato Angelo Paladino presidente Unione Giuristi Cattolici Italiani – sezione di Sala Consilina e indirizzata al senatore Castiello, all’onorevole Angelo Tofalo Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa, e al senatore Andrea Cioffi Sottosegretario allo Sviluppo Economico. Il tema resta sempre quello: la riapertura del carcere di Sala Consilina che proprio non va giù al territorio del Vallo di Diano già privato da qualche anno pure del tribunale. “La doccia fredda è arrivata a seguito della ulteriore riunione del 16 ottobre scorso allorquando gli stessi funzionari ministeriali hanno liquidato il tutto, ritenendo non conveniente e non utile riaprire il carcere di Sala Consilina – continua nella missiva – in previsione della realizzazione di un fantomatico nuovo carcere di 400 posti da allocarsi in una caserma della quale però non è dato sapere l’ubicazione e la consistenza. Una vera e propria presa in giro! Il senatore Castiello a tal proposito ha denunciato la volontà dei burocrati ministeriali che impedisce la riapertura del carcere”. Insomma Paladino è convinto che la politica, espressione della volontà popolare, deve prevalere su ogni altra decisione di funzionari e burocrati, sia pure di alto rango, che devono dare esecuzione alle strategie dettate dagli eletti nel superiore interesse della collettività. “Deve essere riaffermato il principio di prossimità delle strutture giudiziarie a cittadini e imprese – dice Paladino – come giustamente ribadito anche al punto 12 del contratto per il Governo del Cambiamento. Dico questo a parlamentari salernitani, evidenziando anche il rilevante aspetto economico e sociale rappresentato dalla presenza di una struttura carceraria a sud della nostra provincia, anche se a servizio del tribunale di Lagonegro”. Paladino ricorda che già nel 1989, l’allora Sottosegretario Castiglione provvide a sospendere l’efficacia del decreto di soppressione del carcere, stessa cosa avvenne nel 2004 anche allora per volontà dei burocrati ma l’intervento congiunto di Comune, Provincia e Classe Parlamentare di tutti i partiti convinsero l’allora ministro leghista, Roberto Castelli, a riaprirlo. “La storia insegna quindi che se la politica vuole, non c’è burocrate che tenga – termina il documento – vi chiedo pertanto che insieme al sindaco di Sala Consilina e il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lagonegro, incontriate urgentemente e prima che sia troppo tardi, il Ministro di Giustizia Alfonso Bonafede per ottenere la giusta riapertura della struttura carceraria”. Paladino, facendosi carico della volontà di una intera comunità, è ancora una volta fiducioso che la sua istanza così accorata possa essere accolta e presa in considerazione.
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