Di Alessandro Pecoraro
La fondazione ISAL, Istituto nazionale di Formazione e Ricerca in Scienze Algologiche di Torre Pedrera (Rimini) ha indetto anche quest’anno l’evento “Cento città contro il dolore”. L’iniziativa, giunta all’ottava edizione, è volta a sensibilizzare istituzioni e società civile nei confronti del problema del dolore cronico che affligge 200 Milioni di persone nel mondo, di cui 13 Milioni in Italia, il 26% della popolazione. Quest’anno l’Isal ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella quale premio per questa iniziativa. La giornata di volontariato 2016 ha raggiunto anche Paestum, organizzata dall’associazione locale “Un messaggio per la vita”. La portavoce di questo ente, l’ex assessore alla Sanità e Politiche Sociali del Comune di Capaccio Marilena Montefusco con la dottoressa Teresa Giuliani hanno assistito alla conferenza stampa nazionale, il 23 Settembre presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” a Roma in cui è intervenuta anche l’onorevole Livia Turco, ex Ministro della Salute promotrice della legge 38/10 che garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore per i malati cronici tramite il servizio sanitario nazionale e organizza la formazione del personale medico e sanitario in quest’ambito. Così le due dottoresse Montefusco e Giuliani hanno deciso di dar voce ai bisogni delle persone colpite dal dolore cronico portando il progetto nella città dei Templi grazie al materiale informativo dell’Isal. Altro promotore dell’iniziativa è stato il dottor Maurizio Pintore, direttore del Centro della terapia del dolore dell’Asl Salerno (denominato Centro Spoke 2) specializzato in tecniche mini invasive in grado di risolvere per via endoscopica e senza l’intervento del bisturi problemi quali ernie del disco, dolori vertebrali, stenosi del canale vertebrale. Il dolore cronico, però, può essere anche derivato da un cancro ed è proprio per i malati di cancro che in provincia di Salerno esistono tre “hospice” (a Salerno, Eboli e Sant’Arsenio), strutture residenziali per malati che necessitano di cure palliative a breve o lungo termine e che non possono essere effettuate a domicilio. L’obiettivo dell’iniziativa è sensibilizzare non solo la società civile incentivando prevenzione ma anche le istituzioni e gli amministratori della sanità così da promuovere la ricerca e la realizzazione di leggi ad hoc che tutelino tutti i malati sul posto di lavoro, che spesso rischiano di avere cure discontinue a causa di pochi giorni di ricovero o di perdere il lavoro per le lunghe degenze e, quindi, oltre a problemi di salute, anche problemi economici per i pazienti.